Il ocnclave di Marcello II. serbo.1 Significativa per il nuovo indirizzo fu anche la capitolazione elettorale, in cui fu detto, che il papa non farebbe guerra alcuna con principi cristiani, nè concluderebbe veruna alleanza contro alcuni di essi, ed anzi si addimostrerebbe padre comune per tutti e osserverebbe rigorosa neutralità.2 In contrasto coll’ambizioso Este, che con tutti i mezzi sollecitava la sua propria elezione,3 il cardinale Cervini, che dopo di lui aveva la maggiore prospettiva della tiara, conteneva^! in modesto riserbo. Suo unico desiderio, dichiarava egli, essere che venisse innalzato sulla cattedra di Pietro un buon papa. Questa dignitosa condotta guadagnò dappertutto il rispetto al rappresentante del partito della riforma e fecelo sempre più apparire l’uomo, che fosse chiamato da Dio al governo della Chiesa.4 Non lievi difficoltà tuttavia ostavano alla sua elezione. Era infatti universalmente noto, ch’egli non era gradito nè al re francese nè all’imperatore. Il partito imperiale però non potè chiudere gli occhi alla considerazione che Cervini possedeva le più eccellenti qualità, e che, perchè povero, Carlo V nulla aveva da temere da lui in Italia.5 Così non può meravigliarci se ai 6 d’aprile Serristori riferiva che a causa della sua irreprensibile condotta erano favorevoli al Cervini molti dei cardinali imperiali, come di quelli di Giulio III. Inconciliabili avversarii del Cervini oltre ai francesi erano tra gli italiani Capodiferro, Sermoneta, Giulio della Rovere, Monte ed altri cardinali giuniori che tremavano della rigidità di simile rappresentante della riforma ecclesiastica.6 Questi cardinali mondani tenevano fermamente per Este, a favore del quale erasi lasciato guadagnare dal duca di Ferrara anche il cardinale Ercole Gonzaga. Il cardinale Madruzzo, ch’era personalmente inimicato con Cervini, pareva non avverso all’Este. Le speranze di questo candidato crebbero ancora jper il fatto che gli imperiali erano divisi e non avevano potuto accordarsi sopra alcuna determinata persona. E così all’inizio del conclave Este potè abbandonarsi a larghe speranze. Era sommamente probabile che, qualora dopo il primo scrutinio venisse ammesso l’accesso, egli ottenesse la necessaria maggioranza di due terzi.7 1 Cfr. in App. n. 29 la * lettera del 4 aprile 1555. Areliivio di Stato in Firenze. 2 Vedi Lui,ves in QueUen und Forschungcn des Preuss. histor. Insti/. XII, 3 Che non si risparmiasse denaro, è detto anche dall’inviato portoghese nella sua relazione del 6 aprile 1555. Corpo dipi. Fort. VII¡ 383. 4 Cfr. in App. n. 30 la * lettera di Serristori del 6 aprile 1555. Archivio di Stato in Firenze. 5 Cfr. Sagiiüller, Papstwahlen 202, 205. 6 V. la * lettera citata in n. 4. 7 Per il conclave di Marcello II fu finora fonte precipua la relazione molto minuta proveniente da G. Fr. Lottisi in Conclavi eie’ Pontefici I, 135 ss. (ed.