36 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 1. non fu mai più dimenticato dal del Monte: divenuto papa, egli eresse fuori Porta del Popolo una chiesa al santo, nella cui festa si salvò. Sotto Paolo III l’arcivescovo di Siponto fu dapprima vicelegato a Bologna e poscia coprì l’ufficio di uditore della Camera apostolica esercitando le due cariche con pienissima soddisfazione del papa, che ne lo compensò con largirgli la porpora nella famosa creazione cardinalizia del 22 dicembre 1536.1 II cardinale di S. Vitale (così dal titolo della sua chiesa veniva ora chiamato per lo più il del Monte) meritava l’onore perchè, come rileva Panvinio, ben pochi uomini in Curia avevano lavorato con tanta perseveranza, fedeltà e onestà e con tanta ferrea assiduità. Oltracciò non notavasi in lui nè superbia, nè cupidigia o avarizia, nè negligenza o trascuraggine alcuna.2 Nella commissione per la riforma come altrove egli si distinse talmente, che Paolo III nominollo con Cervini e Pole suo rappresentante nel concilio di Trento.3 In quest’ufficio, essendo più canonista che teologo, egli dedicossi quasi esclusivamente alle questioni di diritto canonico, manifestando vivo interesse per gli sforzi tendenti alla riforma.4 Egli seppe difendere con energia i diritti dei presidenti come quelli della Santa Sede, però il suo temperamento facilmente irascibile fu causa che più volte nascessero aspre spiegazioni fra lui e i sinodali. In generale tuttavia alla direzione da lui tenuta degli affari non può rifiutarsi la lode dell’imparzialità e dell’oggettività.5 Il sembiante di Giulio III era sì poco simpatico che riusciva difficile ai pittori di farne il ritratto.c La sua faccia, incorniciata da lunga barba grigia, dava un’impressione rozza e contadinesca. II naso aquilino fortemente curvo era sproporzionatamente grande, le labbra strinte, lo sguardo aguzzo e penetrante.7 Vigoroso e 1 V. il nostro voi V, .106. 2 Panvinius presso Merkle II, 147. 3 Cfr. il nostro voi. V, 131, 181, 227, 452, 487 s. 4 Cfr. sopra p. 34. 5 Cfr. Hefner 30 s. e le prove ivi addotte. 6 Cfr. le * relazioni di B. Suonarmi da Roma 9 aprile (* « ...Fra otto giorni mi dice il Cecchi che si stamperà delle monete di S. Stà ; lia detto che mi vuote far bavere quel ritratto che fa mr Giorgio, et è cosa da non credersi, che non si sia trovato sino a qui pittore c’habbi saputo corre la vera effigie et profilo del naso di S. Stà, la quale fa il più bel ridersene del mondo») e 14 aprile 1550. Solo ai 9 d’agosto Buonànni notifica: *«M. Prospero pittore fini un ritratto di S. Stt in tela, il quale sta assai bene ». V. anche la * relazione di Serristori del 27 marzo 1550 nell’A rchivio di Stato in Firenze, secondo la quale si voleva rivolgersi a Tiziano. Pare che non sia stato eseguito l’incarico dato al Vasari di dipingere il ritratto di Giulio III ; vedi Kallab 84. 7 Vedi Panvinius presso Merkle II, 147. Sui ritratti di Giulio III vedi Kenner in Jahrb. der Jcvmthistor. Sammlungen der Allerìióchsten Kaiserhauses XVII, 147 : quello in Vienna che proviene dalla collezione Ambras è riprodotto in Litta f. 16, dove pure una riproduzione della statua in bronzo del papa in