23« Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 6 6. cosa certa ch’io àrei caro di riporre queste mie debile ossa a canto a quelle di mio padre, come mi pregate; ma partendo ora di qua, sarei causa d’una gran rovina della fabbrica di Santo Pietro, d’una gran vergogna e d’un grandissimo peccato. Ma come sie stabilito tutta la composizione che non possa esser mutata, spero far quanto mi scrivete, se già non è peccato tenere a disagio parecchi giotti ch’aspetton ch’io mi parta presto».1 Principalmente motivi religiosi furono quelli che indussero Michelangelo a dedicare le sue ultime forze alla grande opera, per la quale aveva rinunziato a qualsiasi ricompensa terrena, volendo egli lavorare unicamente per amore di Dio e per venerazione del principe degli Apostoli alla salute dell’anima sua. Di quali sentimenti fosse ripieno allora è dimostrato dal commovente sonetto che aggiunse alla lettera al Vasari: Giunto è già '1 corso della vita mia, Con tempestoso mar per frag'il barca, Al commi porto, ov’a render si varca Conto e ragion d’ogn’oprà trista e pia. Onde l’affettuosa fantasia, Che l’arte mi fece idol’ e monarca, Conosco or ben quant’era d’error carca, E quel ch’a mal suo grado ogn’nom desia. Gli amorosi pensier, g’ià vani e lieti, Che fieno or, s’a duo morte m’avvicino? D'uua so '1 certo e l’altra mi minaccia. Nè pinger nè scolpir fía più che quieti L’anima volta a quell’Amor divino Ch’aperse, a prender noi, in croce le braccia. 2 Nella sua vita di Michelangelo il Condivi celebra Giulio III perchè, con tutta l’ammirazione per la grandezza di lui, con delicatissimo riguardo alle forze scemanti del vecchio Maestro egli si guardava dal troppo aggravarlo e invece nelle sue imprese artistiche ne domandava quasi sempre il parere e giudizio.3 Toccarono tuttavia a Michelangelo alcuni speciali incarichi. Per la nuova costruzione della scala bramantesca al Belvedere e per una fontana che vi si doveva elevare, come pure per il palazzo della Rota, che intendevasi di erigere presso S. Rocco, egli abbozzò i piani.4 Nella casa Buonarotti a Firenze Fabrizio Boschi ha raffi- 1 Lettere, ed. Milanesi 534. Guiil I, 159. 2 Guasti, 7lime 230. 3 Condivi lviii. 4 Vasari VII, 228 ss., 233. GeymCller, Michelangelo als Architeli 38, 40, 46. Kallab 89. Tiiode I, 452 s. Nei libri dei conti di Giulio IIT (Tes. seg. 1555,