La controversia con Ferdinando I sull’ impero. 545 vasi a seria resistenza. Addì 5 settembre egli diede ufficiale comunicazione agli Elettori del suo dissidio col papa1 ed invitolli alla prossima dieta. Contemporaneamente il cancelliere imperiale Seld ricevette l’incarico di comporre una grande scrittura politica, che doveva respingere le pretese del papa. Dairimportante documento risulta quale esacerbaziene e pericoloso umore avesse suscitato alla corte imperiale l’atteggiamento di Paolo IV. Il vicecancelliere, il quale fuori di dubbio voleva essere tuttavia cattolico, nel suo parere usa un linguaggio, che per molti rispetti non si differenzia da quello dei protestanti.2 Mentre per l’addietro — così egli, — temevasi la scomunica pontificia più della morte temporale, ora si ride della medesima, e mentre per il passato reputavasi divino e santo Ciò che veniva da Roma, il costume e la vita romana ora è talmente nota a tutto il mondo, che quasi da tutti, sia chi si voglia, dell’antica o della nuova religione, si sputa contro di èssa. ;Seld esagera smisuratamente le debolezze di Paolo IV, gli nega qualsiasi merito nella faccenda della riforma, e dice espressamente : « a causa dell’età e di altri ' accidenti Sua (Santità non è più in senno ! » Seld sconsiglia incondizionatamente dall’assentire alle pretese sollevate da Paolo, anche perchè altrimenti l’impero si solleverebbe tutto contro l’imperatore e il papa. Il meglio sarebbe non curarsi dell’assenso 0 del diniego del -papa. Ove si venisse agli estremi, Ferdinando, giusta le deliberazioni di Costanza e Basilea, potrebbe appellare ad un libero concilio cristiano.3 La tensione aveva raggiunto il colmo allorché la morte di Carlo V (21 settembre 1558’) eliminò la difficoltà derivante dalla sua abdicazione. Ora sperossi nella fine del funesto dissidio tanto più perchè il Gropper, ch’era in grande stima presso il papa, fece presenti con calore i pericoli che recava con sè il non riconoscimento di Ferdinando,4 ma la pietra principale dello scandalo, cioè il contegno non cattolico di Massimiliano, fece perseverare ancora Paolo IV nella sua protesta. Coi cardinali e inviati il papa addì 12 dicembre si schermì dal celebrare le esequie per Carlo V, 1 Vedi Sattler, Oesch. Wùrttembergs IV Beil. n. 48. 2 Così giudicò già Hàbkrlin (III, 555). 3 II parere è stampato presso Goldast, Polii. Beichshcmdél VI, 167-199. Bitter (I, 145 ss.) fa rilevare che in esso Seld si pone risolutamente sulla base delle decisioni di Costanza e Basilea. Coll’abituale sua profondità Grauert in Ristor. Jahrbuch XVI, 519 e in Ristor.-pol. Bl. CXX, 643 s. ha dimostrato come allora venisse dai protestanti immischiato nella lotta politico-ecclesiastica anche il nome di Dante. 4 Vedi Schmid, Kaiserwahl 28 s. La congettura ivi espressa, che nell’ottobre regnasse in Curia una disposizione più conciliativa è confermata dagli * Avvisi del 22 e 29 ottobre 1558. Cod. TJrb. 1038, pp. 346, 348. Biblioteca Vaticana. Pastor. Storia dei Papi, VI. 35