Collegi di Gesuiti e ostilità in Spagna. 131 con un campanello in mano radunare i fanciulli nelle vie e condurli processìonaiìmente alla chiesa per l’istruzione religiosa. A tale così inusitato spettacolo la gente a Toledo si faceva alle finestre e lodava Iddio.1 La visita delle carceri ed ospedali, l’eroico sacrifizio dei Gesuiti al tempo della peste contribuirono essi pure a procurare ai medesimi stima e fiducia. Molti Gesuiti perdettero la vita nel servizio degli ammalati.2 Per la riforma ecclesiastica la cosa più importante fu l’attività del nuovo Ordine neirinsegnamento nei suoi collegi. Appena cominciò l’istruzione per estranei in questi istituti, gli scolari vi affluirono. Il collegio di Murcia nei primi due anni di sua esistenza ne contava già 140, Belmonte nel 1569 circa 400, Siviglia nel 1561 circa 500, Córdoba intorno allo stesso tempo 650, Monterrey dopo quattro anni dacché esisteva 800.3 Dal collegio di Monterrey sortivano sì eccellenti chierici, che si formò tra i vescovi il detto: «ei viene da Monterrey e possiamo perciò conferirgli tranquillamente gli ordini».4 Il collegio di Medina dava a diversi Ordini membri cotanto egregi, che un superiore disse: «abbandoniamo le nostre prelezioni teologiche e prediche e insegniamo grammatica e in questa via progrediremo».5 Se in nessun paese trovò maggior numero d’amici che in Ispagna, in nessun altro luogo ebbe altresì la Compagnia di Gesù da soffrire più gravi ostilità. L’avversione dell’arcivescovo di Toledo, Siliceo, venne sotto il governo di Giulio III ad esprimersi nel modo più acuto.6 Nell’ottobre 1551 egli vietò a tutti i preti del nuovo Ordine qualsiasi funzione deH’officio sacerdotale, e il divieto venne solennemente pubblicato nelle chiese della diocesi durante la Messa grande. Con questo passo però l’arcivescovo aveva attaccato i privilegi papali del nuovo Ordine e con ciò l’onore della stessa Santa Sede. In conseguenza Giulio III addì 2 gennaio 1552 indirizzò una lettera al Siliceo, nella quale tributava gran lode ai Gesuiti,7 e il nunzio Poggio interessossi vigorosamente dei tribolati. E poiché anche Filippo II si pronunziò contro Siliceo, a questo non rimase altro che di ritirare il decreto. Un privilegio degli Ordini più antichi, per il quale nel circuito di 140 braccia non potevasi vicino a un convento edificarne alcun altro, condusse in Saragozza a manifestazioni tempestose contro quel collegio dei Gesuiti apertosi il 17 aprile 1555.8 Gli 1 Astra in II, 522 s. 2 Ibid. 525 ss. 3 Ibid. 587 s. 4 Relazione del P. Valderrabano S. J. del 1562, presso Astraisi II, 574. 5 Relazione del P. Olea S. J. dell’anno 1563, ibid. 576. 6 Astrain I, 351 -365. Documenti della controversia in CartasdeS. Ignavo III, 455-475. 7 Gartas de S. Ignacio III, 460. 8 Astrain I, 438 ss.