Prime misure di riforma. 365 In conformità egli deputò cinque cardinali, che dovessero darsi pensiero della riforma dei singoli paesi. Erano: du Bellay per la Francia, Pacheco per la Spagna, Truchsess per la Germania, Puteo e Cicada per l’Italia.1 Una costituzione del 7 agosto prendeva le più severe deliberazioni contro gli eretici.2 Pochi giorni dopo un relatore di sentimenti ostili a Paolo IV notificava che il papa pensava dì e notte a migliorare i costumi di tutti i ceti e come sovrastasse agli ecclesiastici una grande riforma ed un epu-ramento senza riguardi.8 Similmente giudica Ignazio di Loyola in una lettera ai rettori dei collegi gesuitici.4 Con quanto poco riguardo procedesse Paolo IV è attestato dalla dimissione, avvenuta nella forma più dura il 30 luglio 1555, del Palestrina dalla cappella pontificia, ove non dovevano più tollerarsi in futuro dei coniugati.5 In un concistoro del 23 agosto Paolo IV parlò sulla formazione d’una commissione cardinalizia per esaminare coloro, che dovevano ottenere sedi vescovili.6 Al principio di settembre egli espresse nel modo più tagliente il suo malcontento verso quei principi, che differivano la provvisione di sedi vescovili vacanti. T L’inizio dunque del governo del nuovo papa corrispose all’ideale del rigido zelante, dal quale tutti, i buoni come i cattivi, avevano aspettato un’era di riforme ecclesiastiche. Per sventura successe in breve un cambiamento, che mise seriamente in dubbio l’opera iniziata in modo così promettente, alienò totalmente il capo della Chiesa dagli sforzi per la pace appena iniziati, ed anzi lo inviluppò in una malaugurata guerra.8 Fu un incidente per sè insignificante, che diede la prima spinta ad aumentare l’odio, che da anfti erasi accumulato in Paolo IV contro gli spagnuoli, talmente che da ultimo avvenne una nefasta rottura. 1 Come siano incompleti gli officiali * Acta cnnsist. è dimostrato ottimamente dal fatto clie persino questi importanti fatti, clie conosciamo dal Massareixi (p. 276), non vengono ricordati. Cfr. anclie la relazione di G. Grandi del 7 agosto 1555 presso Ancel, Oorwile 9. 2 Vedi Raynald 1555, n. 54. 3 Relazione da Roma 10 agosto al Palatinato, presso Druffel-Brandi IV, 704 s. Cfr. inoltre la lettera del cardinale du Bellay del 26 luglio 1555 presso Iìibier II; 613, quella di Carafa del 27 luglio e di Serristori del 7 agosto 1555 (Archivio di Stato in Firenze), Nonciat. I, lxi e 248 ; Masius, Briefe 515. Un hreve del 2 agosto 1555 relativo alla riforma dei conventi in Ferrara presso Fontana 433. 4 Del 13 agosto 1555. Cartas V, 288 s. Mon. Ignat. Ser. 1, IX, 463 s. 5 Cfr. Ambros IV, 9. 6 * Acta consist. Archivio concistoriale. 7 V. la relazione presso Santarem XII, 431. 8 Fin dal 23 maggio 1555 l’acuto C. Olivo espresse preoccupazioni per l’avvenire ; v. App. n. 37. Archivio Gonzaga in Mantova.