La guerra di Parma. 95 l’imperatore nè fornisse i promessi contributi in denaro nè mandasse il numero di truppe fissato con patto. Carlo V però era tanto meno in condizione di mantenere i suoi obblighi in quanto che bentosto si vide costretto a proteggere Milano contro i Francesi minaccianti dal Piemonte.1 La comparsa dei Francesi in Piemonte spaventò il papa e lo intimidì. Il cardinale Crescenzi, che sentiva gravemente il contraccolpo della guerra sul concilio, tornò a consigliare con istanza alla pace. Simili esortazioni vennero anche dai padri del concilio. Addì 4 settembre 1551 il papa si rivolse con una lettera al re di Francia e gli offrì nobilmente la mano per la pace.2 Quattro giorni dopo intervenne la nomina del cardinale Verallo a legato, straordinario presso Enrico II.3 Ai 10 d’ottobre Pietro Camaiani fu mandato dall’imperatore icoll’incarico di spiegare la missione di Verallo, che il papa aveva mandato come prova suprema del suo amore della pace, e di fare insieme rilevare come senza l’imperatore non fosse immaginabile composizione alcuna. Camaiani però non raggiunse il successo bramato perchè anche questa volta la questione dei sussidii, «il grande ostacolo della guerra dal principio», non venne risoluta con soddisfazione del papa,4 cosa tanto più sensibile per lui giacché le sue condizioni finanziarie si facevano sempre più sconfortanti tanto che lagnossi d’aver impegnato non soltanto tutti i suoi gioielli, ma persino gli anelli comuni. 5 Tutti a Roma invocavano allora la pace.6 Ma anche l’imperatore era in grave carestia di denaro e altrettanto Ferrante Gonzaga: nessuno poteva più soddisfare i proprii mercenarii. Nella condizione peggiore trovavasi fuori di dubbio il papa, sicché fu anche il primo a stancarsi della guerra.7 Alla metà di dicembre egli a mezzo di Bertano fece dichiarare all’imperatore che non era più in grado di mantenere tutto il suo effettivo di truppe nell’Alta Italia.8 Nel frattempo il cardinale Verallo aveva trattato con Enrico II. Addì 21 dicembre il pontefice incaricò Pietro Camaiani di riferire a Carlo V lo stato di quelle conferenze. Egli non fidavasi af- 1 Cfr. Palla vicini 13, 1. 2 * F. Borghese II, 465, p. 174 (A r c li i v i o segreto p o n t i fi c i o), in versione presso Romier 44 s. 3 V. Acia consist. presso Pieper 27 ; ibid. 145 s. correzioni al testo della istruzione in data 3 ottobre presso Druffel I, 757 s. Sulla legazione infruttuosa . di Verallo parla nel modo più diffuso Romier 47 ss., 53. 4 Sulla missione di Camaiani, per la quale da principio era stato scelto il card. Carpi, v(xìi Pieper 28, 146 s. e NvMtiaturberichte XII, li, 88 ss. 5 Cfr. Druffel III, 240. 6 Cfr. Cugnoni, Prose ined. di A. Caro 109. 7 Giudizio di Kupke in Nunticiturberiehte XII, li. 8 Nuntiaturberichte XII, lv, 112: cfr. Gosellini in Misceli, di stor. Ital. XVII, 198.