Quadro di Soma alla fine del rinascimento. 269 ma pittoresco cortile, sia stato un tempo un albergo per forestieri di prim’ordine, in cui nel 1489 scese l’inviato di Francia.1 Esso sorge là, dove sulla detta via confina il mercato dei volatili (Piazza Pollarola): ivi s’eleva il palazzo dei Pichi riconoscibile per un bel portone col nome del costruttore. Oggi pure il nome d’un albergo e d’una via ricordano l’antico albergo del Paradiso esistente in questa regione e detto così, a quanto si pretende, per il suo buon mercato. Dove la via del Paradiso si dipartiva da via Papale, prima dell’impianto del Corso Vittorio Emanuele, leggevasi l’iscrizione di Girolamo Zorzi sulla grande inondazione del Tevere al tempo di Alessandro VI (dicembre 1495).2 La via dei Bauilari, che convenientemente era nel quartiere degli alberghi, conduce ai palazzi dei Massimi. Al pari dei rioni di Ponte e Parione anche quello della Regola presentava densa popolazione. Come già dice il nome Regola (= Arenula), da tradursi con «nella sabbia» o «arena», esso era il quartiere sul Tevere traversato da via Giulia e da un’altra strada parallela a questa corrente per piazza Farnese al ponte Quattro Capi. I vivi contrasti, di cui l’eterna città fu in ogni tempo cosi ricca, forse non condensavansi tanto in alcun quartiere come qui. Con vasti, lussuosi palazzi contrastavano acutamente le antiche piccole chiese e le strade riboccanti di industriali, che ci vengono anche oggi ricordati dai nomi di via de’ Cappellari, via de’ Giubbonari, Pettinari.3 Qui s’erano pure stabiliti parecchi Ebrei: dove costoro abitavano più numerosi, sorgeva l’antico palazzo Cenci.4 Dello stato d’allora di questa regione ai dì nostri completamente trasformata col tracciato di via Arenula, può oggi procurarsi un’idea meglio che tutto entrando nella sudicia via di S. Bartolomeo de’ Vaccinari,5 dove prima di tutto avvince l’attenzione dell’amico dell’antichità una casa pregotica del secolo XIII con un portico a colonne. Simili portici aperti a pian terreno offrivano gradita protezione quando pioveva; essi sono caratteristici per le case medioevali, nelle quali in alto esisteva per lo più una loggia coperta.6 Spesso in questi portici erano impiegate colonne antiche, quali mostra anche la casa in via di S. Bartolomeo. Per 1 Cfr. Gregorovius VII2, 705 ; Rodocanachi, Rome 258. 2 Cfr. il nostro voi. Ili, 347 s. 3 Anche altrove in Koma determinati industriali abitavano in vie speciali, donde via de’ Coronari