344 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 2. che dovevasi prima aspettare la venuta del cardinale Bourbon. Del resto opinava che Puteo fosse al certo degno della triplice corona; preferiva però il Pale. Ora, allorquando i 25 cardinali guadagnati a favore del Puteo si misero all’opera per innalzare sulla cattedra di Pietro il loro candidato anche senza il consenso dei francesi, grande eccitazione si impadronì del partito avversario. Prescindendo dai francesi du Bellay, Armagnac, Guise e Lenoncourt,1 questo gruppo, che s’era riunito nella Cappella Paolina, constava ancora dei cardinali Este, Giulio della Rovere, Capodiferro, Dandino, Sermoneta, Innocenzo Monte, Nobili, Mignanelli e Ranuccio Farnese. La loro paura crebbe quando corse voce, che persino Farnese fosse passato dalla parte del Puteo. Ma non era così. Anzi dal tentativo degli imperiali di innalzare pontefice il Puteo anche senza la sua cooperazione il Farnese era rimasto profondamente ferito : ai raccolti nella Cappella Paolina dichiarò non potersi parlare di sua adesione a quella candidatura, esponendo nello stesso tempo come l’unico mezzo per impedire l’elezione del Puteo consistesse in ciò che Este rinun-ziasse alle proprie aspirazioni e ponesse avanti una efficace controcandidatura. Este riconobbe la cosa ed allora Farnese propose il suo vecchio amico, l’egregio cardinale Pietro Bertano, ma Capo-diferro osservò che il Bertano non avrebbe accettato reiezione. In seguito a che Farnese disse : « Eleggiamo dunque Carafa, il santo e venerando seniore del collegio cardinalizio, che è degno del papato » ; e tutti i presenti si dichiararono consenzienti. Quantunque, in vista della grande impopolarità del Carafa persino' presso i francesi, della aperta ostilità del partito spagnuolo-imperiale e dell’esclusiva di Carlo V, la proposta non avesse quasi speranza alcuna di successo, il Carafa ottenne egualmente la tiara. L’autore della storia dei conclavi sa spiegare la cosa unicamente dicendo vedersi qui in un mirabile caso « i miracoli dei conclavi e come veramente Iddio faccia i papi ».2 Saraceno venne mandato dal Carafa per chiedergli se accettava l’elezione; Carafa si dichiarò disposto, ma a condizione che tutto procedesse regolarmente. Allora lo si fece venire nella Cappella Paolina. Nelle ore seguenti Farnese lavorò febbrilmente per ottenere i voti tuttavia mancanti al Carafa. Riuscì a guadagnare Truchsess e Morone, poi altri ancora, come Doria, Cornaro, Carpi, Alvarez de Toledo, Savelli e Medici.3 Infine Farnese disponeva 1 Lenoncourt era arrivato in conclave il 22 maggio; vedi Massakelli 265 e Coggiola, Conclave 467. 2 Conclavi de’ 'pontefici Boni. I, Colonia 1691, 254 s. 3 Intorno a queste conversioni, con Panvinius loc. cit. cfr. pure le lettere di Truchsess in Histor. Jahrbuch VII, 195 ss. e la lettera del vescovo di Pola citata a p. 343, n. 3, ove parimenti Truchsess è nominato in primo luogo. V. anche L. Firmanus loc. cit. Gothein (Ignatius 475) dà gran peso al fatto, che