Giudizio su Paolo IV 587 ascetici del Carafa. Il timpano sopra la nicchia è sostenuto da due erme coronate ; sulle linee inclinate del timpano stavano un tempo le statue in marmo bianco della Fides e della Religio, che pur troppo vennero poi tolte ed ora si conservano nella sagrestia. Ne fu esecutore Tommaso della Porta. L’iscrizione sotto il sarcofago celebra Paolo IV quale intemerato punitore di ogni male e acerrimo campione della fede cattolica.1 L’omaggio di Pio Y alla memoria del suo predecessore appare tanto più importante se si considera ch’egli aveva conosciuto esattamente i gravi errori del suo predecessore e che per essi aveva avuto da soffrire. Del resto lo stesso Paolo IV al cospetto della morte aveva compreso e amaramente deplorato i suoi errori principali. Tre dì prima di morire fece chiamare a sè il generale dei gesuiti Laynez e con lui lamentossi così : « Quanto malamente mi hanno ingannato la carne e il sangue. I miei parenti mi hanno precipitato in queirinfausta guerra, dalla quale sono nati tanti peccati nella Chiesa di Dio. Dal tempo di san Pietro non c’è stato nella Chiesa pontificato più infelice! Molto mi pento di quanto è successo : pregate per me ».2 Anche se quest’aperta confessione è esagerata, nessuno vorrà ripetere il tentativo di antichi scrittori e difendere i gravi errori del papa. Lo storico imparziale non deve chiudere gli occhi ai grandi difetti, che furono proprii del papa Carafa a lato di grandi pregi: egli deve anche apprezzare ciò che per il suo breve pontificato fu ottenuto in prò della causa della riforma. Fuori di dubbio Paolo IV fu una straordinaria figura, un carattere nettamente espresso, schietto, forte fuori del consueto e indomito. Sinceramente pio, ognora intemerato di vita, pieno di zelo apostolico, il confondatore dei Teatini rappresentò sempre senza riguardi il rigido punto di vista della Chiesa. Quantunque finemente ed umanisticamente colto, e nient’affatto senza sentimento per l’arte,3 un uomo di tal fatta non poteva nè volle essere un 1 Vedi Ciaconius III, 834 ; Vasari VII, 551 ; Reumont III 2, 735 s. ; Müntz III, 364 ; Friedländer 13 ; Berthier 191 s. Vedi Silos I, 401 s. e Bromato II, 616 sulla grande venerazione di Pio V per il papa Carafa. Il contratto per la erezione del monumento a spese della Camera apostolica (per 3000 scudi) ha la data del 9 aprile 1566. Vi presero parte, oltre a Giacomo Cassignola e Pirro Ligorio, anche Tommaso della Porta, Giov. Pietro Annone di Como, Rocco di Montefiascone ed altri artisti ; vedi Bertolotti, Art. Subalp. 99 s. ; Studi e doc. XV, 131 s. ; cfr. anche Castaldo 175 s. 2 Vedi 0. Manareus, De rebus Soc. Iesu, Florentiae 1886, 125 s. Secondo Seripand* ed. Hoflyer 55 Paolo IV prima di morire disse : « se in pontif. sede non pontiflcem, sed servum fuisse ». 3 Cfr. l’inventario della sua eredità pubblicato primieramente da Bertolotti nell ’Archivio del Gori II, 51 ss., poi illustrato minutamente da Barbier de Monta ult (Inventaire du P. Paul IV en 15-59, Montauban 1879 e Œuvres compì. I, Poitiers 1889).