L’indice dei libri proibiti (1558-1550). 493 una serie di edizioni della Bibbia in latino e quanto a tutte le versioni del Nuovo Testamento in lingue volgari, era stabilito, che non potessero stamparsi, leggersi o tenersi senza il permesso dell’inquisizione. Finalmente era aggiunto ancora un catalogo di 61 stampatori, di cui era proibita l’intiera produzione.1 A Roma e a Bologna cominciossi tosto l’attuazione di queste assolutamente troppo estese prescrizioni ; in ambedue le città l’in-quisizione fece abbruciare un grande numero di libri eretici.2 Al Cardinal Ghislieri toccò di dissuadere ripetutamente l’inquisitore di Genova dal procedere troppo rigidamente e icon troppa precipitazione, 3 ma, come ben si comprende, egli insisteva perchè si eseguisse l’indice. Ove mancava l’inquisizione, toccava ai vescovi prendere in mano la cosa.4 Non solo i librai, ma anche gli eruditi levarono dovunque lagnanze di grave danneggiamento dei loro interessi.5 La quantità dei libri sospetti consegnati fu talvolta sì grande, che gli incaricati della revisione potevano a pena portare a compimento il lavoro.6 Paolo IV e l’inquisizione vegliavano dappertutto sull’esecuzione rigorosa delle nuove prescrizioni, che furono pubbli- 1 Vedi Reusoh I, 263 s. ove i dettagli sul contenuto, gli autori e le fonti di questo primo Indice romano ; ibid. 369 sul divieto di scritti del Savonarola e le consultazioni dinanzi a Paolo IV precorse alla proibizione (cfr. Arch. stor. Ital. Ser. 5 XXVIII, 288 s.). A causa dell’indice del 1557 Machiavelli veniva stampato all’estero (v. Arch. stirr. Ital. XIX [1896], 126 s.), il Decameron del Boccaccio fu proibito con una formula simile al « donec corrigatur » (vedi Reusch I, 389). Sulla condotta verso Erasmo v. anche Pirenne III, 487, n. 2 e Histor. Zeit-schrìft XC, 176. Cfr. Joris in Wissemchaftl. Beilage della Germania 1908, n. 48 sul come entrò nell’indice di Paolo IV Luciano. Due licenze dell’inquisizione (1559) relative a versioni italiane della Bibbia nel periodico lìomania XXIII, 416. 2 Per Roma vedi Firmanus 513 e Turinozzi 6 ; per Bologna Serapeum III, 155. 3 II 27 gennaio 1559 il cardinale Ghislieri scrisse da Roma a G. Franchi : * « I libri d’humanità de buoni autori, riconosciuti scholiati o commentati da altri reprobati nell’indice, si possono concedere deletis delendis, si come anche si concedono i libri de santi dottori ». Il 10 febbraio 1559 partiva la seguente istruzione al Franchi : * « Revdo padre. Oltre l’altre cose che mi sono occorse scrivere a V. Rza con quest’ordinario, mi rimane hora dirle che, per non illa-queare nelle censure molte anime circa l’esshibition de libri prohibiti per causa di un termino troppo repentino, potrà prefìgerli uno over due mesi di tempo dalla publicatione dell’indice, et spirato quello, prorogarli poi anco di più quen-dici altri giorni, acciochè non siano escusabili se ili detto tempo mancheranno di haver fatta la purgatione e correttione debita et ubedito in tutto all’ordine di esso Indice ». Ai 25 febbraio Ghislieri scrive : * « A quegli che V. R. conoscerà catholici potrà lasciare l’evangeliario et epistolario volgare ecc. et potrà anco lasciare la Bibbia volgare a ms. Agostino Pinello. Alla presentatione de libri tutti debbano essere eguali ; et di lasciare quei che si possono concedere anco bisogna aprirvi bene gli occhi ». Cod. E. VII 15 della Biblioteca universitaria in Genova. 4 * Lettera a G. Franchi da Roma 10 marzo 1559, loc. cit. 5 Cfr. Pogiani Epist. Ili, 149. Dejob 74 s. 6 Vedi Tacchi Venturi I, 316.