I nuovi cardinali creati il 20 dicembre 1555. 427 Come aveva preveduto il cardinale Armagnac,1 i sette nominati addì 20 dicembre 1555, erano persone per lo più ignote, in parte regolari, in parte teologi, appartenenti a diverse nazioni, raccomandati unicamente per le loro virtù, tutti lontani dal tramestio politico e rappresentanti pienamente le idee del papa nella questione della riforma.2 In parte essi gli erano ben noti già precedentemente, come Giovanni Bernardino Scotti, il primo novizio dei Teatini, che s’era sempre dedicato solo agli studii e alla preghiera ed anche ora volle mantenere la sua povertà,3 come Scipione Rebiba, da molti anni al servizio del Carata, dal 1549 suo vicario nel vescovado idi Napoli e poi governatore di Roma. Paolo IV aveva tenuto d’occhio da anni anche l’attività del guascone Giovanni Suario Reumano, uditore di Rota, che, alla stessa guisa di Giovan Antonio Capizuchi, esso pure appartenente alla Rota, venne eletto perchè nel Sacro Collegio difettavasi di esperti canonisti.4 II quinto dei nuovi cardinali, Diomede Carata, dovette la porpora non alle relazioni di parentela, ma alla circostanza, che fin dall’anno 1511 amministrava egregiamente il suo vescovado 'di Ariano. Se nella nuova creazione la Francia fu rappresentata da Reumano, la Germania lo fu dal dotto Giovanni Gropper, il salvatore della chiesa di Colonia dall’assalto dei novatori religiosi, e Ja Spagna da Juan Siliceo, arcivescovo di Toledo. La nomina di quest’uomo dotto e di zelo ecclesiastico5 fece vedere quanto il papa rivendicasse la propria indipendenza in cose spirituali da tutte le parti, anche di fronte agli alleati francesi. Scotti e Diomede Carafa abitavano già in Vaticano, ove il papa assegnò parimenti abitazione ai cardinali Reumano, Rebiba, e Capizuchi :6 egli voleva avere vicino a sè questi uomini egualmente che Gropper per sbrigare gli affari ecclesiastici e special-mente per le faccende della riforma. L’onore di abitare in Vaticano toccò pertanto anche al Gropper allorché alla fine di settembre del 1558 venne a Roma. Nella sua umiltà il degno campione della 1 Yedi Tamizey de Larroque, Lett. inéd. dw card, d'Armaqnac, Paris 1874, 79-80. 2 Sui singoli cardinali cfr. Petramellarius 23 ss.; Ciaconitjs II, 845 s. (Lardella IV, 342 s. ; Gultk-Eubel III, 38 s. 3 Cfr. la ** lettera di Navagero del 4 gennaio 1556 (Biblioteca M a r-ciana in Venezia) e le notizie in Noneiat. II, 275, n. 6. L’A r c h i v i o generale dei Teatini in Roma ha una * Vita B. card. Scotti di I. Silos. 4 V. la lettera del cardinale di Lorena presso Ribjer II, 622. Sul Rebida cfr. Masius, Briefe 250 ; Boglino 47 s. e Noneiat. II, 405, n. 1. 5 Cfr. il * breve a Filippo II del 24 dicembre 1555 in Arm. 44, t. 4, n. S10 « ibid. il * breve allo stesso neo eletto cardinale del 29 dicembre 1555. Archivio segreto pontificio. 6 V. la ** lettera di Navagero del 4 gennaio 1556. Biblioteca Marciana in Venezia.