90 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 3. fatto del re francese e pregò anche l’imperatore di non lasciarsi ingannare, sì invece di prendere tutti i provvedimenti per continuare la guerra giacché un imponente spiegamento di forze sarebbe stato idoneo ad assicurare sia la pace, sia una vittoria sul campo di battaglia.1 Giulio aveva indovinato giustamente Enrico II. Quantunque il papa fosse risoluto ad adempiere le condizioni poste dal re, Francia tuttavia e Ottavio fecero nuove difficoltà, non sapendo che troppo bene come fosse molto difficile conquistare colla forza due piazze così forti come Parma e Mirandola e sperando in tale fiducia di ottenere condizioni più favorevoli ancora. A tale scopo venne mandato a Roma il cardinale Tournon, il quale trovavasi a Venezia.2 Egli vi arrivò il 5 febbraio e subito cominciarono i negoziati.3 Tournon, che era un « politico pratico del mondo e destro cortigiano», li condusse molto abilmente: in particolare rappresentò al papa come la Santa Sede non dovesse calcolare sull’imperatore a causa della sua cagionevolezza e delle complicazioni in Germania; insieme il cardinale fece osservare quanto pericolosamente si svolgesse l’affare del concilio per la ragione che Carlo V pensasse soltanto ad accrescere la sua autorità a spese della papale.4 Sebbene l’imperatore commettesse frattanto l’imprudenza di lasciare il papa alleato incerto sulle sue intenzioni,5 i francesi tuttavia non raggiunsero la loro meta che con somma fatica : dopo due buoni mesi non avevano ancora ottenuto nulla. Intanto si diede a vedere sempre più l’impossibilità di continuare la guerra. All’estrema penuria finanziaria" s’accoppiava la paura che Enrico II, alleato coi principi 1 Vedi Pieper 150 s. ; Pallavicini 13, 1 e NuntiaturbericMe XII, 115, n. 1. Cfr. anche le * relazioni di Serristori dell’11 novembre (« Camaìani tarda a partir »), 4 dicembre (Camaiani trattenuto dal papa attendendosi altre notizie di Francia), 20 dicembre 1551 (Camaianipartirà domani). Archivio di Stato in Firenze. 2 L’istruzione per Tournon del 23 dicembre 1551 presso Ribier II, 360 s. Stando a Pallavicini 13, 2 potrebbe ritenersi che al cardinale Tournon fosse stato rifiutato il chiesto salvacondotto ; il * Salvus-conductm per lui in data 24 dicembre 1551 trovasi però in Min. brev. Arm. 41, t. 62, n. 1046. Archivio segreto pontificio. 3 Sul viaggio e negoziati di Tournon v. Legaz. di Serristori 296 s. ; Druf-fel II, 122 s., 176 s., 214, 265, 423; Masius. Briefe 97, 100 s. ; Chiesi 228 s. ; NuntiaturbericMe XII, lvh s., 175 s., 198, 217 ss., 230 s., 241, 292 ss. ; cfr. Mau-RENBRECHER 281 S. ; DE LEVA V, 312 S., 359 S. 4 Vedi Desjardins III, 297 s'. 5 V. NuntiaturbericMe XII, lviii. 6 Fin dal 20 ottobre 1550 Giulio III aveva cercato, ma invano, di ovviare alla penuria finanziaria mediante l’erezione del Monte Giulio (cfr. * Acta consist. nell’Archivio concistoriale del Vaticano e le * relazioni di Buonanni del 21 e 25 ottobre 1550 nell’A rchivio di Stato in Firenze. Cfr. anche Endemann, Studien I, 436). G. Ricci, ch’era stato chiamato a Roma dalla Spagna per sistemare le finanze, le trovò nel più triste stato (vedi Mele, * Genealogia d. famiglia Ricci 203. Archivio Ricci in Roma) e neppur egli potè rime-