106 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 3. papa si determinò egli pure in questo senso e la missione di pace dei legati venne prolungata per altri due mesi.1 Solo a fatica Dandino riuscì ad indurre l’imperatore a formulare in modo più preciso le sue condizioni di pace, ma queste erano così vaste, che Enrico II ricusò qualsiasi risposta. In seguito a ciò i legati al principio d’ottobre presero la via del ritorno alla volta di Roma.2 Essi viaggiarono lentamente. Dandino, che rientrò nell’eterna città ai 3 di dicembre,3 potè notarvi quale dannoso contraccolpo esercitasse la guerra senese. Nella colonia fiorentina, da tempo molto numerosa in Roma, eranvi molti emigrati e altri nemici dei Medici. Le speranze di costoro, che con estrema tenacità man-tenevansi fedeli agli antichi ideali, avvivaronsi quando alla fine dell’anno Piero Strozzi, nominato comandante francese di Siena in luogo del Termes, arrivò a Roma,4 dove stipulò col papa il prolungamento dell’armistizio in materia di Parma.5 L’anno 1554 recò la decisione sul destino di Siena. Cosimo de’ Medici, il più scaltro fra tutti gli uomini politici nell’Italia di allora, che ai 25 di novembre del 1551 si era stretto all’imperatore mediante un patto segreto, sorse a compiere un vile atto di violenza contro la vicina repubblica. Addì 26 gennaio 1554 le sue truppe s’impadronirono del forte di Camollia situato immediatamente fuori le porte di Siena, dichiarando il duca ai senesi, che la sua impresa mirava a nient’altro che a restituir loro la libertà e indipendenza, di cui avevanli spogliati i francesi. La repubblica non si lasciò ingannare da tale ipocrita benevolenza. Con risolutezza i senesi si misero a corpo perduto sulle difese della loro indipendenza; cominciò tosto una guerra crudele, condotta da ïambe le parti con pertinacia e ferocia quasi senza esempio.6 Allorché nel maggio del 1554 in luogo di Prospero Santa Croce fu mandato in Francia nella persona di Sebastiano Gualterio un 1 * « Ha giudicato S. StA doppo d’haver udito i pareri et voti delle due con-gregationi generale et particulare esser meglio che i legati restino che richiamarli ». Serristori il 1° agosto 1553 (Archiviodi S t a t o i n Firenze). Cfr. Piepek 54 8 Vedi Pieper 54-55. 3 Vedi Firmanus 501. 1 Cfr. Coppini, P. Strozzi nell’assedio di Siena, Firenze 1902. 5 La proroga dell’armistizio (v. * Cod. Barb. lai. 2392, p. 166 s. Biblioteca Vaticana) venne firmata il 3 febbraio 1554 dal cardinale du Bellay e da Lanssac, ratificata il 3 marzo da Enrico II e rimessa al papa il 26 aprile (vedi Sauzé 374 s. e Coggiola, Farnesi 14 s.) ; con ♦breve del 27 aprile 1554 Giulio III comunicolla a 0. Farnese (Min. brev. Arni. 41, t. 70, n. 233. Archivio segreto p o n t i f i c i o). Il 29 aprile fu emanato poi il breve assolutorio per O. Farnese ; vedi Coggiola 15 s., 254 s. 8 Vedi Reumont, Toskana I, 199 ss.