Il Commendone in Germania. 441 gano tempi migliori. Il legato non è obbligato a una protesta. Poiché, per quanto desiderabile, nelle circostanze presenti non può ottenersi che nel nuovo recesso dietale gli Stati cattolici facciano professione del concilio e dei suoi decreti, detti Stati dovrebbero almeno in un modo o nell’altro dichiarare l’accettazione dei deliberati tridentini.1 Sanders aderì alle vedute dei Gesuiti. Lancellotti invece dichiarò inconciliabile col concilio la pace religiosa d’Augs-burg e la sua nuova conferma ed esigeva protesta da parte del legato.2 II cardinale Truchsess e l’ambasciatore spagnuolo come anche Biglia temevano però in questo caso che la dieta andrebbe dispersa e ne nascerebbe una guerra, la quale avrebbe distrutto ciò che di cattolico rimaneva ancora in Germania.3 In queste circostanze Commendone, che conosceva il rigore di Pio V in cose di fede, decise di nulla fare senza aver prima interrogato Roma 4 e mandò colà il suo uditore Caligari perchè riferisse a voce e provocasse nuove istruzioni.5 Se alla fine queste furono che il papa lasciava tutto al giudizio del legato e così poteva non avvenire una protesta, merito non lieve ne spetta al generale dei Gesuiti Francesco Borgia, che i gesuiti augustani avevano pregato di interporsi.0 Frattanto alla dieta gli Stati cattolici avevano risposto con calma ma recisamente alla scrittura reclamatoria dei protestanti, dichiarando, relativamente alla richiesta abolizione del reservatum ed alla libertà di religione, ch’essi dovevano assolutamente attenersi al tenore della pace religiosa del 1555.7 Ora Commendone passò ad occuparsi degli altri due incarichi datigli da Pio V, quello, che gli Stati cattolici si obbligassero espressamente e pubblicamente ai decreti del concilio tridentino e l’altro di eliminare gli abusi ecclesiastici. Addì 23 maggio egli tenne nella sua abitazione una riunione, alla quale parteciparono i cardinali Truchsess e Marco Sittich, i tre Elettori ecclesiastici, i duchi di Baviera, Cleve e Brunswick ed i rappresentanti degli 1 Vedi Laderchi 1566, n. 233-235; Nadal III, 88-104; Canisii Epist. V,. 229 a 253 ; Duhr I, 828, n. 1.' 2 Vedi Laderchi 1566, n. 232, 233; Braunsbercer, Pius V. 10. 8 Vedi Ladebchi 1566, n. 230. Soccorso da Pio V con danaro, Truchsess-sera recato 11 23 febbraio 1566 da Roma ad Augsburg; v. * Avviso di Roma del 2 marzo 1566, Uri). 101,0, p. 188, Biblioteca Vaticana. 4 V. la * lettera di Commendone a Pio V del 1° maggio 1566 e la relazione di Biglia del 3 maggio 1566, che saranno stampate da Dengel nel voi. V. Una lettera diretta da H. Corboli al Sirlèto, in data di Augsburg 27 aprile 1566, descrive la situazione pericolosa da tutte le parti; vedi Laemmeb, Analecta 57,. 125 s. 5 Vedi Brognoli II, 191 s. 6 Ofr. Nadal III, 96 ss. ; 130 ss. ; Brognoli II, 197 ss. ; Braunsberger^. Pius V. 10 s. • Vedi Janssen-Pastor IV15-16, 228 ss.