530 Pio Y. 1566-1572. Capitolo 9 b. All’egoismo, che dominava dai due lati, corrispondeva la sfiducia reciproca. Specialmente Filippo II temeva che Venezia si intendesse sotto mano colla Porta e che la Spagna sarebbe poi esposta da sola all’attacco turco. Egli fu confermato in questa sfiducia, che talvolta assaliva anche il papa, dall’ostinatezza, colla quale Venezia cercava di sfruttare per sè la situazione. Non contenta che Pio V avesse conceduto alla repubblica le decime ed ancora ulteriore sussidio in denaro, truppe e vettovaglie,1 essa desiderava ancora che il papa partecipasse alla spedizione navale col mettere a disposizione un certo numero di galere. Come giustamente suppose l’ambasciatore spagnuolo, si doveva così impedire che il comando supremo della flotta toccasse ad un ammiraglio spagnuolo.2 Per non offendere gli spagnuoli, i cardinali Morone, Farnese, Orsini e Madruzzo, interpellati dal papa, sconsigliarono dalla creazione di una flotta pontificia indipendente e raccomandarono nuovi sussidii in denaro. Avendo frattanto Venezia dichiarato di accondiscendere ad una spedizione in comune solo se vi si trovassero navi pontificie ed un ammiraglio pontificio, il papa dovette cedere, per quanto gli sembrasse grave trovare il denaro e le truppe per il promesso armamento di ventiquattro galere.3 Incoraggiata da questo successo, la Signoria volle ora ottenere che il comando supremo venisse affidato ad un uomo totalmente a lei devoto, al cardinale Cornaro. Pio V ricusò abilmente questa proposta, col motivo che un ecclesiastico non conveniva per una tale carica.4 Badando solo al numero delle navi, il comando supremo spettava ai veneziani, ma era certo che il potente signore del regno di Spagna non si sarebbe subordinato a loro. Ora siccome le navi pontificie dovevano principalmente costituire un vincolo tra i due rivali, Pio V pensò di sciogliere anche la questione dell’alto comando nominando per esse un ammiraglio superiore ad ogni sospetto.5 Con grande accortezza elesse a questa 1 Vedi la * relazione <11 B. Pia in data di Roma 5 aprile 1570, Archivio Gonzaga in Mantova. Ofr. * Avviso di Roma ilei 5 aprile 1570, Uri). 10.il, p. 255b, Biblioteca Vatipania. 2 Vedi la relazione di Zuniga del 10 aprile 1570, presso Herke I, 75. Secondo il Granvella (ibid. 78, n. 2) Venezia da principio aveva richiesto 30 galere : poi si accontentò di mandarne lei stessa 24 vuote ad Ancona, dove il papa .promise di armarle ed equipaggiarle ; v. la * relazione di B. Pia del 25 aprile 1570, Archivio Gonzaga in Mantova e * Avviso eli Roma del 3 maggio 1570, Urb. 1041, p. 269, Biblioteca Vaticana. Cfr. ora anche Corresp. dipi. HI. 288 s., 376, n. 2. s Vedi Folieta I, 969 s. ; Herre I, 78; cfr. anche Pometti 76 s. Il Bim. Erhebung 69 s., 72 s., dimostra bene come Cosimo I si servisse della prosecuzione della guerra turca per spuntarla coll’elevazione del suo titolo. * Vedi Valensise 59. Che oltre al Cornaro fosse stato proposto anche il •Compendone, risulta dell’* Avviso di Roma del 29 aprile 1570, Urb. 1041, P- 269>>^ Biblioteca Vaticana. 5 Vedi l’importante relazione del Pacchinetti del 29 marzo 1570 presa» Valensise 51 s.