428 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 c. ostilità a Elisabetta,1 Ridolfì un uomo molto leggiero, che sa sì poco osservare un segreto, che ad Anversa i mercanti parlano apertamente dei suoi disegni;2 in genere l’orgoglio nazionale degli inglesi non sopporta facilmente un soccorso che venga dal di fuori.3 Alba celia sulle fantasie di Ridolfì quasi si potesse mettere insieme un’armata per far prigione Elisabetta e contemporaneamente un’altra per liberare Maria, prendere la Torre e bruciare i vascelli inglesi sul Tamigi ; qualora Elisabetta stessa fosse in complotto con Filippo, non tutto potrebbe eseguirsi così come propone Ridolfì.4 Per questi motivi Alba era d’avviso che si dovesse prestare aiuto ai congiurati solo quando essi si fossero impadroniti della regina.5 II re invece rimase fermo sul punto che l’Alba si dichiarasse già pei congiurati e venisse loro in aiuto allorché le forze militari, che essi raccoglierebbero, fossero cresciute alla quantità sufficiente.6 Egli opinava che per motivi superiori, specialmente di religione, poteva non far caso delle difficoltà7 e rimase del suo proprio parere anche quando apprese che Elisabetta aveva già qualche notizia dei progetti di Ridolfì8 ed erano giunte nuove dell’imprigionamento di Norfolk.9 Però nella lettera del 14 settembre, che contiene la più diffusa esposizione delle sue vedute, egli da ultimo rimette totalmente la decisione al senno di Alba. L’ambasciatore spagnuolo a Londra fin dal 4 e di nuovo il 30 agosto aveva ricevuto l’istruzione di agire nella faccenda solo secondo i comandi dell’Alba.10 E comandi vennero finalmente dall’Alba, ma essi suonarono che l’ambasciatore spagnuolo non lasciasse in alcuna maniera, nè immediatamente, nè mediatamente, avvertire dal mondo ch’egli possedeva le lettere a Maria, Norfolk e Leslie.11 Alcune settimane dopo l’Alba tornò a raccomandargli istantemente di bruciare tutto quanto avesse relazione colla missione di Ridolfì.12 Verso la fine dell’anno egli scrisse che doveva abbandonare a Dio i cattolici inglesi e i loro patimenti.13 1 27 agosto 1571 ; ibid. 193. 2 5 settembre 1571 : ibid. 198. s 27 agosto 1571 ; ibicl. 193. 4 Ibicl. 194. s 3 agosto 1571, ibicl. 188; 27 agosto, ibicl. 194. e All’Alba, 4 e 30 agosto e 14 settembre 1571, ibicl. 191, 196, 200. ? All’Alba, 14 settembre 1571, ibicl. 198 ss. « All’Alba, 4 agosto 1571, ibicl. 191. 9 All’Alba, 17 ottobre 1571, ibid. 205. 10 Corresp. de Felìpe II III, 482, 494. 11 Alba a Spes, 30 luglio 1571, presso Kervyn de Lettentiove, Relations VI, 157. 12 19 agosto 1571, ibid. 163. 13 Alba a Spes, 12 e 15 novembre 1571, ibid. 216, 218. Frattanto Iiidolfi il 9 settembre dietro desiderio dell’Alba era partito per la Fiandra (Castagna a Rusticucci 9 settembre 1571, Coiiresp. dipi. I\\ 435). Il 19 novembre egli ricompare in Roma (Ziiiìiga a Filippo II, 27 novembre 1571, ibid. 542).