136 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 /. vale del suo messale, che ottenne forza di legge con bolla del 14 luglio 1570.1 L’introduzione della riforma di Pio V fu imposta come obbligo a tutte le chiese particolari dell’Occidente che non possedessero da almeno 200 anni la loro propria liturgia.2 Fu un grande benefizio per la Chiesa che venisse riservato alla Sede Apostolica qualsiasi mutamento in questi due libri liturgici : così si ovviò al capriccio di incompetenti che avevano insinuato tante cose sconvenienti persino nella Messa.a Le riforme liturgiche di Pio V si fecero strada molto rapidamente in quasi tutte le diocesi. Persino molte di quelle chiese, che avrebbero potuto conservare il loro antico breviario, desunsero, ciò non ostante, con permesso pontificio parecchio dal nuovo breviario e messale.4 Non dappertutto però la riforma si avverò senza difficoltà. In Ispagna essa causò molto grande eccitazione * perchè là le chiese usavano nel servizio del coro dei libri magnificamente ornati in grande formato, che solo con grandi spese potevano sostituirsi con nuovi. I Girolamini spagnuoli, ai quali mancavano sei anni ai 200 voluti dalla bolla di Pio V, sostenevano che il cambiamento sarebbe venuto a costare ad essi solo in Ispagna 200,000 ducati. Diede luogo a molti lagni la riserva, sotto pena di scomunica, al solo Paolo Manuzio della stampa del breviario : non poter bastare una sola stamperia alla gigantesca richiesta e la mancanza di concorrenza condurre al peggioramento della stampa ed all’aumento del prezzo.6 Molto presto Pio V concesse per la Spagna il permesso di stampare il nuovo breviario indipendentemente da Paolo Manuzio.7 1 Bull Rom, VII, 83!) s. Cfr. .T. Weale in Analecta liturgica I (1888). Una ♦bolla super breviario et musali novo del 14 agosto 1571 nell’ Archìvio ilei Brevi a Roma. Agli 11 di marzo del 1571 vennero proibite le edizioni precedenti dell’officio della Madonna perchè riempite di molte superfluità e cose superstiziose dalla cupidigia degii stampatori. Soltanto la nuova edizione migliorata venne permessa e raccomandata. Bull. Rom. VTI. 896 s. 2 Cosi fu in particolare eliminato il breviario del Quinones, che del resto era stato già proibito da l'aolo IV agli S d’agosto del 1558. Bromato II, 493. 3 Cfr. A. Franz. Die Messe ìm deutschen Mittclalter, Freiburg 1902. 4 Jos. Scino in Tlieol. Quartalsehr. 1885, 468 ss.; Baumer 457 ss. Del resto lo stesso Pio V concesse alcune eccezioni dall’ obbligo di usare il suo-breviario, come ad es. ai Canonici regolari del Uaterano (breve del 18 dicembre 1570. Bull, Rom, VII, 875 s.) ed alla chiesa di Toledo (breve del 17 dicembre 1570, presso Moi.itor 294; cfr. 15 s.). 5 grandissimo moto; Castagna a Bonelli. 1° ottobre 1568, Corresp. dipi, II. 468. Paclieco aveva ottenuto dal papa che si dovesse mandare in Spagna soltanto la seconda stampa, corretta, del breviario. * Arco. 4 settembre 1568, Archivio di Stato in Vienna. 0 Cfr. il memoriale di Bandini a Clemente Vili, pubblicato da Mercati in Rassegna Gregoriana V (1906), 18 ss. 7 Bonelli a Castagna, 3 novembre 1569, Corresp. dipi. Ili, 187 ; cfr. II, 468; III. 102, 142. Lagni sui privilegi di stampa del Manuzio in generale si fecero-