Revisione del processo Carafa. 69 per la giustizia lo animasse è certamente addimostrato nel modo migliore dalla revisione da lui comandata del processo Carafa, che terminò il 26 settembre 1567 coll’annullamento della sentenza pronunziata da Pio IV e colla restituzione di Casa Carafa.1 Oltracciò Pio V non si curò di agire con tale procedimento affatto contro le regole della prudenza compromettendo la fama dei suoi predecessori, anche di Paolo IV del resto cotanto stimato, e di urtare contro gli interessi di persone, il cui aiuto potevagli essere caro.2 Lo stesso Alessandro Pallantieri, il procuratore fiscale nel processo dei Carafa, non sfuggì alla sua pena. Egli era. diventato governatore della Marca d’Ancona al principio del 15673 e pareva si fosse guadagnato per la sua grande severità il favore del papa in sì alto grado, che gli si profetizzava il cardinalato,4 quan-d’ecco succedere ai 17 di settembre del 1569 la sua carcerazione da parte dell’inquisizione,5 venendogli fatto carico d’avere sotto Giulio III procacciato dietro donativo lo scarceramento a un eretico recidivo di Faenza, d’essersi trattenuto molto dell’eredità dei Caraia non ostante l’ordine di restituzione dato da Pio V e di non aver fatto caso della scomunica, nella quale per tal fatto era incorso.6 L’indagine sulla faccenda mise a giorno anche la parte, che Pallantieri ebbe negli arbitrii del processo dei Carafa.7 II procedimento contro Pallantieri finì colla sua condanna a morte: addì 7 giugno 1571 la sentenza fu eseguita sul luogo stesso, ove era stato decapitato il duca di Paliano.8 giustizia anche nelle province. Un * Avviso del 9 marzo 1566 racconta che doveva venir sottratto al cardinale Marco Sittich il potere criminale a Terni, in seguito a che il cardinale rinunciò anche al civile e se ne parti * « et nell'universale li nipoti et parenti di Pio IV par che restino mal sodisfatti del Papa». Uri. 1040, p. 190t>, Biblioteca Vaticana. 1 Ofr. la definitiva esposizione di Ancel, Disgràce 169-181, che fa osservare come il nuovo processo, i cui atti fino ad ora non poterono trovarsi, pare si sia riferito quasi totalmente al crimen laesae maiestatis e come non fu sottoposto a nuova revisione l’assassinio della duchessa di Paliano. Che prima della *ua decisione Pio V non interpellasse alcun cardinale (Ancel 178) è attestato anche da Arco nella sua * relazione del 27 settembre 1567, Archivio di Stato in Vienna. V. ora anche Corresp. dipi. II, 218 s., 224. 2 Vedi Ancel loc. cit. 181. 3 Vedi Garampi, Sul vaiare 293. 4 V. 1’ * Avviso di Roma del 9 giugno 1571, Urb. 101,2, p. 70, Biblioteca Vaticana. 5 Vedi Marini I, 428. 6 V. * Avviso di Roma del 27 settembre 1569, Urb. 101,1, p. 155b, Biblioteca Vaticana. 7 Secondo 1’ * Avviso di Roma dell’8 ottobre 1569 (loc. cit. 159) tutti gli atti processuali dei Carafa furono allora portati all’inquisizione; nell’Archivio di questa dovrebbero quindi cercarsi gli atti della revisione del processo fatta (la Pio V. 8 V. * Avviso di Roma del 9 giugno 1571, loc. cit. e la * relazione di Arco del 9 giugno 1571. Costui ai 19 di maggio del 1571 »racconta che il giovedì