272 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 a. campo ecclesiastico nel regno di Napoli e per l’abuso esercitato colla Monarchia Sicula. Filippo II richiese in proposito anche un memoriale più dettagliato. Nella stessa udienza Camaiani consegnò un breve papale sugli ostacoli, che il senato milanese opponeva agli sforzi di riforma dell’arcivescovo Borromeo. Il re promise di fare esaminare al minuto la faccenda.1 Alla fine del 1566 ed al principio del nuovo anno i nunzi trattarono coll’Alba come con Filippo II, oltre a queste cose ecclesiastiche, anche della lega dei principi cristiani contro i Turchi, dal papa designata siccome sommamente necessaria. Il governo spagnuolo si mostrò del tutto alieno dal progetto, principalmente perchè i protestanti tedeschi .e francesi avrebbero considerato tale lega come diretta contro di loro e ne sarebbe peggiorata ancora più la situazione nei Paesi Bassi.2 Circa l’invio ormai sicuro di Alba, che venne munito di poteri illimitati e che doveva opporsi con rigore senza riguardi agli insorti neerlandesi, nacquero diversità di pareri simili a quelle fra Paolo III e Carlo V al tempo della guerra schmalkaldica.3 Mentre a Madrid volevasi far apparire al mondo esteriore che l’intervento nei Paesi Bassi era diretto esclusivamente contro ribelli politici, a Roma, in corrispondenza coi fatti, desideravasi che si rilevasse recisamente il punto di vista religioso temendosi che altrimenti esso sarebbe passato troppo in seconda linea.4 Nel febbraio del 1567 Castagna rimise al re una lettera del papa, che tornava a battere sulla necessità della comparsa personale di sua maestà nei Paesi Bassi e accennava alle difficoltà apposte dal governo spagnuolo a Napoli alla visita ecclesiastica. Nelle trattative in proposito Filippo confessò che il suo corruccio per l’invio del Camaiani aveva avuto la sua ragione nel collegamento dell’affare neerlandese con quello di Carranza. Intraprenderebbe certamente il viaggio nei Paesi Bassi, ma intanto essere necessario prima spingere avanti la missione di Alba. A Napoli promise di dare le disposizioni necessarie per accontentare il papa.5 1 V. la relazione eli Castagna del 9 dicembre 1566 in Corresp. dipi. I. 411 s. Ibid. 415 s. Il memoriale. In una lettera autografia a Filippo II, in data di Roma 8 gennaio 1567, Pio V manifiesitò la speranza che il re avrebbe esaminato gli ostacoli fatti alla giurisdizione ecclesiastica nel regno di Napoli. In questa lettera egli osservò ancora che, comie gli aveva fatto comunicare a mezzo di Castagna, Filippo II non aveva giusta causa d’essere malcontento dell’invio di Camaiani. Corresp. dipi. II, 7 s. 2 Cfr. Herbe, Europ. Politile I, 36, 41 s. s Cfr. il nostro voi. V, 544 s. * V. gli estratti dalle relazioni di Castagna presso Gachard, li ibi. de Madrid 93 ss. Cfr. ora Corresp. dipi. II, xi.vi s., 25 a., 43 s., 47 s., 52 «., 57 s.. 65 s. 5 V. la relazione di Castagna da Madrid 8 febbraio 1567, Corresp. dipi-li, 33 s.