Pio V e i cardinali della Commissione di stato. 55 Reumano cadde malato alla fine d’aprile e con grande dolore del papa morì ai 28 di detto mese,1 venendo così a cadere sulle spalle del nepote la cura indipendente dei negozi tanto più che già dal marzo Farnese e Vitelli andarono poco a poco ritirandosi. 2 Vitelli era diventato incomodo al papa perchè voleva immischiarsi in tutto ed anche per il fatto che stava in troppa intimità col Cardinal Bonelli.3 Egli e Farnese erano per tutto il loro carattere troppo diversi dal papa perchè potessero rimanerne consiglieri di fiducia. Ecco un solo esempio del grande divario dei loro punti di vista. Al principio del suo governo Pio V concepiva sì letteralmente la protezione, che Dio Signore aveva promessa al suo vicario in terra, che voleva prescindere da qualsiasi aiuto umano. Allorquando Farnese e Vitelli gli rappresentarono che dovesse mettersi in migliore condizione una fortezza così importante per la sicurezza dello Stato pontificio come Anagni, il papa rispose che la Chiesa non aveva bisogno nè di cannoni nè di soldati. Le sue armi essere la preghiera, il digiuno, le lagrime e la Sacra Scrittura: preferire di battere le orme di quei papi, che difesero la dignità della Sede apostolica con armi spirituali. Del resto non temere per nulla, che gli spagnuoli avrebbero occupato Anagni, poiché Filippo II era alleato coll’imperatore e colla Francia e tutti tre tutelavano i diritti della Sede apostolica. E neanche volle Pio V sentire di mantenere l’artiglieria, lasciando la cosa al senno dei cittadini d’Anagni. Dopo queste discussioni i cardinali, così scrive Cusano, erano convinti, che, qualora vivesse a lungo, il papa si 1 Con Corresp. dipi. I, 217 n. cfr. la * relazione di Cusano del 4 maggio 1566, Archivio di Stato in Vienna. 2 * Farnese e Vitelli hanno perduto in fatto d’autorità, notifica Serristori il 1° aprile 1566, Archivio di Stato in Firenze. Medie. 3592. Ai 27 di marzo del 1566 C. Luzzara riferisce : * « Il card. Alessandrino comincia ad bavere tutte le facende o poco manco» (Archivio Gonzaga in Mantova), Cfr. in proposito la * relazione or ora citata di SerWstori del 1“ aprile 1566. * « Il card. Alessandrino fa ora le facende come fanno li nepoti de Papi et è in capite et il card. Reumanio sta mal alla morte» (• Avviso di lionni del 27 aprile 1566, Urb. 101/0, p. 21Sb, Biblioteca Vaticana). Bonelli riceveva come assegno mensile 100 ducati (v. ibid. p. 235b). pift avanti le sue entrate furono di molto aumentate, tanto che egli poteva aiutare anche i fratelli, verso i quali il papa era molto riservato (vedi Tikpoi.o 177). Ai 12 di dicembre del 1568 Bonelli diventò camerlengo, ma rinunziò il 10 maggio 1570 a favore di L. Cornaro per 70.000 scudi, che Pio V impiegò per la guerra turca; il nepote venne indennizzato coll’abbazia di S. Michele in Chiusi e col priorato dei cavalieri di Malta. Vedi Cardeixa V, 111; cfr. Garampi 269. 3 Cosi * riferisce Cusano il 16 marzo 1566, Archivio di Stato in Vienna. Allorché, un anno più tardi, si scopersero le pratiche di Vitelli per procacciare la tiara a Este, Vitelli cadde in completa disgrazia : v. le * relazioni di Arco del .3 maggio e 7 giugno 1567. ibid.