Larghezza di Pio V verso la Chiesa di Germania. 467 giori e specialmente per porre argine alla penetrazione dei seguaci della novità religiosa nelle alte cariche ecclesiastiche. Fu egli ancora che incaricò i gesuiti Hoffeo e Canisio di tradurre in tedesco il Catechismo romano e che esortò il Canisio a combattere i centuriatori di Magdeburgo.1 Nel 1568 egli, seriamente preoccupandosi e adoperandosi pel bene della Germania, decretò l’istituzione di una speciale congregazione cardinalizia per le cose germaniche: dovevansi con ciò impedire illusioni quali quelle avvenute al principio del pontificato relativamente all’atteggiamento religioso del duca Guglielmo di Cleve.2 Le ultime indagini storiche hanno dimostrato infondata l’accusa che Pio V si sia intromesso nelle faccende tedesche con eccessivo rigore. In certe questioni, come ad es. quella del celibato ecclesiastico e del calice ai laici,3 egli veramente, e certo a ragione, fu inflessibile, ma quanto a parecchi altri doveri ecclesiastici esercitò saggia indulgenza. Persino in rapporto alla bolla In coena Domini egli con interpretazione orale mitigativa fece una larga concessione, che pareva voluta dalla disperata condizione dei cattolici di Germania.4 Anzi, tenendo conto delle particolari condizioni di quel paese, in alcuni casi abrogò il rigore dei decreti tridentini. Il concilio aveva vietato il cumulo dei benefici : ora al fine di impedire la penetrazione del protestantesimo nei capitoli della Germania settentrionale Pio V concesse il possesso di parecchi benefici capitolari.5 In considerazione dell’aiuto che Alberto V di Baviera prestava alla Chiesa fu approvata la nomina ad amministratore di Frisinga del figlio di lui non ancora dodicenne Ernesto: però non ottenne ascolto presso il papa la proposta di nominare Ernesto coadiutore a Hildesheim allo scopo di mettere in sicuro quel capitolo contro i protestanti.6 1 Vedi Braunsberger, plus V. 20 s., 57, 626 s. Ai 24 d’agosto del 1570 il nunzio Biglia ricevette la * missione di curare che i capitoli delle cattedrali venissero purgati di cattivi elementi ; v. Nunziat. di Germania 67, p. 148, Archivio segreto jjontificio. 2 Vedi Schwarz, Briefwechsel y. ni; Hist. Jahrbuch XVIII, 404s.; Braunsberger, Plus V. 27 s. ; Canisii Epist. VI, 582. 3 Ofr. ln lettera di Pio V al vescovo di Passau Urbano von Trennbach del 26 maggio 1568 ; in nessun caso contenti coloro che chiedevano il caUce pei laici (vedi Goubau 83 s. ; cfr. App. n. 96-99). Ofr. Wiedemann I, 316 s. e Widmann, Gesch. Salzburgs III, 97 sulle conseguenze di questa controversia. Le esperienze fatte fino allora col calice ai laici stavano a favore deUa decisione di Pio V. V. anche Braunsberger, Pius V. 53 s. 4 Vedi Braunsberger loc. cit. 41 s., 46 s., 53 s. Cfr. Kratz in Hist, Jahrbuch XXXIV, 360. 5 Vedi Braunsberger loc. cit. 45 s. 6 Vedi Lossen 69 s., 124, 130 s. ; Goetz, Beiträge zur Gesch. Albrcchts V. 62bn. 1. Tiepolo (p. 187) rileva l’importanza della concessione fatta pei* Frisinga.