514 Pio V. 1566-1572. Capitolo 9 a. sero impedimenti insormontabili al suo progetto di formare una lega antiturca. Venezia, che era potente per mare, dopo l’infausta pace del 15401 si era attenuta rigidamente al sistema di una neutralità armata. Nell’interesse del suo commercio nel Levante e per diffidenza verso gli Habsburg la Signoria era rimasta fedele a questo sistema tanto costoso quanto imbarazzante persino durante la minaccia di Malta nell’anno 1565. Anche ora essa evitava timorosamente ogni turbamento dei suoi rapporti amichevoli con i Turchi. Allorché la loro fiotta comparve in vicinanza di Ragusa nell’estate del 1566, essa ritirò in tutta fretta le sue galere.2 Ma anche il re di Spagna non si mostrò allora proclive alla lega progettata dal papa. Filippo II fu qui guidato dal riguardo ai Paesi Bassi e dal timore che aveva dei protestanti tedeschi.8 In Germania al disegno di una grande lega internazionale, aila quale Massimiliano II parve pensare seriamente nella primavera del 1566,4 si opponeva la scissione religiosa dell’impero. Il legato pontificio Commendone nella dieta di Augsburg dovette subito riconoscere che Massimiliano prima di tutto pensava all’aiuto per proteggere l’Ungheria, per cui la dieta approvò una buona somma di denaro, mentre che il papa regalò 50,000 scudi e procurò all’imperatore anche l’aiuto militare da parte dei piccoli stati italiani.5 Alla fine dell’autunno del 1566 il papa, cui la caduta di Sziget turbò molto profondamente,0 fece un nuovo tentativo per formare una gl ande lega antiturca. Per decidere su quest’affare istituì una commissione, alla quale appartenevano i cardinali Morone, Farnese, Gran velia, Commendone e Mula. Il 4 novembre egli raccomandò in una lettera pressante il suo disegno all’imperatore, ai reali di Spagna, a Carlo IX e alla reggente di Francia.T Ma le condizioni sto 1566, rilevando che dopo l’erezione della nuova fortezza sull’altura di S. Elmo sorgerebbe un oportunissimum adversus Turcos et predcmes Afros totius ChriJ stiani populo propugnaculum; Arm. Jt2, t. 12, a. 98, Archivio segreto pontificio. Ivi uu breve del 19 agosto al La Valette, secondo il quale si poteva lavorare in quest’opera nei giorni di domenica e di festa (stampato presso La-deschi 1566, n. 178). 1 Vedi il nostro voi. V, 195. 2 Vedi Herre, Europ. PoUtik I, 37. 3 Vedi ibid. 37 s. ; Serrano, Liga I, 36 s. * C'fr. Bibl, KorrespOndens Maximilians II. I, 448 s. s Ofr. sopra, p. 436 s., 442. « * « Il Papa ha sentito tanto dispiacere della perdita di Seghetto che subito havuto la nuova si retirò in Araceli et per tutto quel giorno non attese ad altro che a deplorare la mala fortuna de’ christiani alla quale se potesse col-sangue suo remediar la faria volontieri », cosi riferisce un Avviso di Roma del 28 settembre 1566, Uri). lOlfi, p. 291, Biblioteca Va tic ami. Cfr. la * relazione dello Strozzi del 29 settembre 1566, Artehivio d'i Sfiato in Vienna. 7 Vedi Schwarz, BriefwecJisel 37 s. ; Herre loc. c-lt. I, 38 s. I brevi presso Ladeechi 1566, n. 309 s.