260 Pio y. 1566-1572. Capitolo 3 b. grave lotta fra l’obbedienza al papa e l’attaccamento alle sue idee, che reputava la dottrina di Sant’Agostino, e non sempre seppe tener chiusi in sè i suoi sentimenti. Il francescano Goffredo di Liegi stimò necessario predicare contro le teorie baiane e teologi come Cunero Petri e il giovane Bellarmino, allora professore al collegio dei Gesuiti di Lovanio, scrissero confutazioni1 perchè le nuove opinioni trovavano molto seguito.2 Aggiungevasi che Baio era diventato nel 1570, dopo la morte del Tiletano, decano della facoltà e che il collegio dei professori risultava esclusivamente di suoi discepoli. Date tali circostanze alcuni vescovi di Fiandra reputarono opportuno di chiedere a Baio una pubblica dichiarazione sulla sua attitudine verso le tesi condannate.3 Già prima Morillon aveva pensato che la disgrazia di Baio fosse il mancargli la conoscenza della scolastica e il buon di-scernimento, notando che quest’ultimo difetto egli l’aveva da lungo tempo osservato nel celebre professore.4 Baio ne diede nuova prova ora col modo, con cui assecondò il desiderio dei vescovi. In due prelezioni, tenute il 17 e 19 aprile 1570, egli espose il suo atteggiamento verso la bolla tornando sostanzialmente a porsi sul punto di vista, apparentemente da lunga pezza superato, delle sue apologie a Pio V e al cardinale Simonetta. A questo punto fu decisa la sorte di Baio. Il duca d’Alba s’intromise e dal concilio provinciale raccolto a Malines nel giugno 1570 richiese che si facesse pubblicare solennemente a Lovanio e sottoscrivere da tutti i professori la bolla pontificia. I vescovi usarono a Baio il riguardo di informarlo prima in segreto dell’imminente passo e lo trovarono pronto a tutto. Ai 16 di novembre avvenne a Lovanio a mezzo del Morillon la pubblicazione della bolla alla presenza di Baio, dei dottori e degli studenti. I dottori dovettero giurare la bolla, ciò che spremette lagrime a Baio.5 La sera il rettore dell’università mandò ai singoli dottori una formula, nella quale dovevano dichiarare che accettavano la condanna delle 76 proposizioni e che si sarebbero condotti in conformità. Non si ottenne però la firma a questa formula. Partito ii Morillon, si sparse la voce ch’egli aveva eseguito la pubblicazione della bolla di proprio moto senza incarico 1 Le Baciielet, Auctarium Bellarmmianum, Parisiis 1913, 314-338. 2 Advertens non deesse multos, quibus hae opmiones placèrent. Autobiografia del Bellarmino edita da Le Bachelet 452. 3 Cfr. Ladehciii 1570, n. 292. * A Granvella, 4 giugno 1569, presso Poullet III, 596 : « tout le mal est que, comme jugent par delà les sçavantz de luy qu’il n’est d’érudition fondée en seholastique ny de bon jugement, et il y at longtemps que je m’apperceds de ce dernier poinct». 6 Laderchi 1570, p. 292.