130 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 e. Corgna e Rebiba di chiamare tutti i vescovi dimoranti a Roma e di rinviare alle loro diocesi tutti coloro che non fossero scusati da ragioni calzanti.1 Nella congregazione egli ripetè dinanzi ai tre cardinali l'ordine di risiedere: le scuse avanzate erano ricevute dal papa per lo più molto di cattivo umore (così preten-devasi di sapere a Roma): i vescovi, tale la sua decisione, non hanno che da recarsi al loro posto, e da curare la riforma delle loro diocesi e l’attuazione del concilio.2 Anche ai parroci fu mandato tale precetto, che in un’udienza il papa tornò ad inculcare ai vescovi:! e perchè le cose fossero fatte sul serio impartì all’uditore della Camera Apostolica, Alessandro Riario, l’ordine di procedere in giudizio contro i disobbedienti.4 Di fatto fu imposto il sequestro sul vescovado di Vaison perchè il vescovo della città non visitò mai la sua diocesi. Il rigido riformatore non si diede pensiero che sotto questa disposizione ne soffrisse anche lo splendore della sua propria corte. I cardinali ricevettero l’ordine di mandare al più presto ai loro posti i loro famigliari qualora possedessero benefici con cura d’anime e di recarsi essi stessi alle loro chiese. * Già prima il papa aveva fatto dire a cento spagnuoli della sua corte che se n’andassero ai loro benefici. Chi ciò riferisce pensa che in breve la città sarebbe rimasta mezza vuota di personalità importanti.7 1 * Avviso di Roma del 26 gennaio 1566, ibid. ÌO.'/O, p. 172. Acta coti si st. del 23 gennaio 1566, presso Laderchi 1566. n. 46: Gulik-Eubet. 47. 2 * « Reskleant, s’attenda alla riforma per mantener li decreti del Concilio ». Avviso di Roma del 18 febbraio 1566, Urli. 10Jt0, p. 182, Biblioteca Vati-c a n a. a * Arriso di Roma del 24 febbraio 1566, ibid. 1841). * Motuproprio del 10 giugno 1566, presso Laderchi, 1566, n. 46. Bull. Rotti. VII, 464. Riario doveva procedere sommariamente contro tutti. « tam in Urbe quam alibi et ubique locorum exsistentes et in propriis dioecesibus non resi-dentes ». 3 * Avviso di Roma del 9 novembre 1566, Uri). IOJiO, p. 318, Biblioteca Vaticana. Secondo una relazione di Strozzi dello stesso giorno (Archivio di Stato in Vienna) il vescovo fu deposto. Vescovo di Vaison nel 1566 era Giacomo Cortesi, patriarca d’Alessandria f 1570. Il suo successore nel patriarcato è nominato l’S settembre 1570 (Moroni LYII, 173). Nel 1569 appar vescovo di Vaison l'inviato di Maria Stuart, Chisholm (Gams 648; DictUmury of Na-tional Biorjraphy X. 262). 0 Concistoro del 6 settembre 1566, secondo il Diarium del Cardinal Farnese, presso Labekciii 1566. n. 63. * « Die lunae scilicet 13 ianuarii [1567] fuit crn-sistorium secretimi, in quo inter alia Sm«s I). N. hortatus fuit cardinales, quod mitterent eorum familiare« liabentes curam animarum ad earum curas quanto citius, quia volebat, quod omnes episcopi et curati indifferenter irent etc. ; dixit etiam quod cardinales. qui poterant, irent ad eorum ecclesias similiter» (Fir- masi's, Diarium p. 152, Archivio segreto pontificio). Xel concistoro del- l'S ottobre 1567 tutti i prelati furono nuovamente mandati alle loro chiese (ibid.). 7 * « Di modo che questa terra rimarrà mezza dissoluta d’huomini di con-ditióne ». Arriso di Roma dell’8 dicembre 1566, Uri). 10)0, p. 338. Biblioteca Vaticana. ,