331 la Gazzetta privilegiala di Milano, che si mostri) incredula a quello che io dissi in una delle prime mie sulle tre ottave. Ora ventiquattro note danno in punto tre ottave, tre via otto, venti-quattro. Un successo sì prospero e compiuto fu anche coronato, come vi dissi, da condegna mercede, e la Malìbran calata la tenda ricomparve numero quattordici volte, e per altre di-ciasette era stata prima chiamata, che se questa non è ammirazione, piacere, entusiasmo non so qual altro si debba dire. Come ben potete immaginarvi la Norma trovò un degno Pollione in Donzelli che cantò in ¡specie alla seconda sera in modo che se ne sorpresero gli stessi suoi ordinarii ammiratori. Termino con la dolorosa certezza che la mia lettera non appagherà, almeno a Venezia, nessuno. Figuratevi ! volevano imbrogliarmi in considerazioni, in confronti; questi ne voleva una polemica discussione, quegli una sentenza, una palma, e a’nomi della Pasta e della Mali-bran si mescevano pur quelli, strana confusione di nomi ! della Boccàbadati e della Sbriseia. Voi vedete adunque, che non poteva sodisfare ad ognuno, e che la mia lettera, da qualunque parte io mi volgessi era condannata ad esser l’opera d’Issione, opera ingrata e vana! Elessi almeno la via più breve, quella che mi costava