l’io V. 1566—1572. Capitolo 1 c. c. Un uomo di tale rigidità, di sì ferrea energia e immacolato carattere come Pio V era egregiamente adatto a introdurre nella vita della Chiesa le deliberazioni riformative del concilio di Trento ed a compiere con ciò l’opera del suo predecessore. Sotto questo rispetto il suo pontificato raggiunse la massima importanza, ag-giungendovisi come secondo momento la sua inesorabile oppugnazione della novità dogmatica e come terzo la energica ripresa dell’idea d’una crociata contro i Turchi in difesa della fede cristiana e della civiltà europea. Di Pronte a questa triplice attività, parzialmente coronata da importanti successi, l’opera di Pio V come signore dello Stato pontificio1 scompare tanto più perchè qui egli muovevasi su un terreno, il quale gli era per natura sconosciuto e in seguito gli rimase più o meno tale. Certo la buona volontà di eliminare ivi pure abusi e di crearvi ordine non gli mancò, sì invece il senso pratico e la misura nel rigore. Negli ultimi tempi di Pio IV nessun ramo del governo temporale era stato sì in basso come la giustizia. Le esortazioni, che ai 20 di ottobre del 1566 Pio V rivolse ai giudici convocati nella Sala di Costantino,2 dimostrarono subito, ch’egli considerava suo sacrosanto dovere una forte e imparziale amministrazione della giustizia. Quanto sotto il suo predecessore era facile, altrettanto divenne ora difficile riscattarsi a mezzo di denaro. E precisamente a che ai poveri e deboli si rendesse giustizia Pio V si diede cura in tutti i modi. Allorché un povero fornaio elevò querela presso di lui perchè il Cardinal Simoncelli già da sei anni gli era in debito di 36 scudi per pane, quel nipote di Giulio III fu immediatamente obbligalo al pagamento. L’ultimo mercoledì d’ogni mese Pio V teneva pubblica seduta, nella quale chiunque si fosse poteva presentare le sue lagnanze sui tribunali. Occupossi egli anche della riforma del ceto avvocatesco.3 Quale alto sentimento i TTn * catalogo delle province dello Stato pontificio coll’indicazione degli ufficiali, entrate e truppe al tempo di Pio V è in Varia Polit. 79 (ora SO), p. 253 s., Archivio segreto pontificio. Cfr. anche l’introduzione, non stampata presso Albèbi, alla * relazione di P. Tiepolo del 1569, che trovasi in molte collezioni di codici (Biblioteca ad Avignone, Berlino, Gotha, Monaco, Venezia, Vienna. Biblioteca Vaticana ecc.). = V. * Uri). 10J,0, p. 313, Biblioteca Vaticana. 3 V. la ‘relazione di Arco del 26 aprile 1567, Archivio di Stato in A'ienna e gli * Avvisi di Roma del 14 febbraio e 18 dicembre 1568, Uri. ÌO.'/O, p. 486. 616. Biblioteca Vaticana. Cfr. Tiepolo 173: Catena 136 s. ; Ga-iìtjtitis 218 ; Laderchi 1566, n. 113 s. Pio V diedesi premura per la buona