432 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 c. alto trono, dinanzi a lei Maria Stuart incatenata e chiedente grazia, mentre i vicini regni di Spagna e Francia erano coperti dalle onde del mare e Nettuno con molti principi prestava omaggio alla sovrana d’Inghilterra.1 In realtà fino allora Elisabetta aveva riportato sulla sua rivale il trionfo della forza e dell’astuzia. Il futuro doveva decidere da qual lato poi alla fine avrebbe piegato la vittoria morale. Se a dispetto della bolla di scomunica del 1570 nè a Roma nè a Madrid si preparò una spedizione militare contro la regina inglese, non posarono invece nel pontificato di Pio V i tentativi di sottrarre al giogo d’Elisabetta la vicina isola d’Irlanda.2 Le violenze dell’Inghilterra in Irlanda vi avevano creato a poco a poco condizioni intollerabili. Perciò fin dal 1569 gli irlandesi meridionali mandarono da Filippo II l’arcivescovo di Cashel, Maurizio O’Gibbon, con un memoriale sottoscritto da 4 arcivescovi, 8 vescovi e 25 nobili irlandesi in nome dei vescovi, signori e città, in cui era esposto come da più di mille anni gli irlandesi erano fedelmente devoti alla Sede apostolica, ma pieni della più profonda avversione alla signoria inglese, che dal tempo di Enrico Vili saccheggiava chiese e conventi, bandiva vescovi e religiosi e tutto gettava in iscompiglio. Pregavano pertanto il re di Spagna a costituire loro un sovrano del suo casato.3 Addì 1° marzo 1570 O’Gibbon scrisse anche al papa, che non si mostrò alieno dal progetto, ma battè subito sul punto di vista, rimasto norma per la politica pontificia nella questione irlandese, che l’irlanda era un feudo pontifìcio e che quindi gli irlandesi potevano procurarsi un nuovo signore feudale solo col precedente assenso della Santa Sede.4 Fino allora la politica di Filippo era stata benevola per Elisabetta, piuttosto arcigna per la sua rivale Maria Stuart, per la ragione che il salire della francofila regina di Scozia parevagli che significasse un rinforzamento della Francia e con ciò un pericolo per la Spagna.6 Ma allora la Francia era indebolita da 1 Spes a Zayas, 9 gennaio 1571. Corresp. de Felipe II III, 428. Spes non tralascia d'aggiungere che con tali cose si adulava una principessa « que fuera dello vive en harta mas soltura que las Jonils de Napoles, ni otras tale®». 2 Pollen in The Month CI (1905), 69-85. Bellesiieim. Irland II, 161 ss., 697 ss. Kretzschmar. Invasionsprojefcte 52 s. ; relazione di Sega ibid. 194-212- 3 Moran, Spicil. I, 59 s. Bellesheim II, 158. i Bellesheim II, 160. Anche Filippo II e Maria avevano riconosciuto i diritti della Santa Sede sull’Irlanda, poiché accettarono la bolla di Paolo fV del 7 giugno 1555 ,in cui il papa dice dell’Irlanda : « ... .illius dominium l»er Sedem praedictam [l’apostolica] adepti sunt reges Angliae », e poi eleva li1' landa a regno sme praeiudicio iurìiim ipsius Romanae ecelesiae. Bull■ R°in-VI, 489 s. ® Cfr. il nostro voi. VII, 418.