412 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 c. bolla di scomunica.1 Oltracciò diede ordine a Ridolfì di aiutare gli earl con denaro.2 Come dal Sanders, il papa ricevette consigli sul modo di ricondurre alla Chiesa l’Inghilterra anche da altri profughi inglesi,3 dei quali alcuni, come Goldwell vescovo di Saint Asaph e Riccardo Shelley priore dei cavalieri gerosolimitani, dimoravano nella eterna città stessa e vennero richiesti di consiglio sulle faccende inglesi.4 Ma da più di un decennio tutti costoro avevano perduto il contatto stretto con la patria e Pio V non si lasciò determinare dalle loro vedute a procedere contro Elisabetta. Quando però Mor-ton, ch’egli stesso aveva mandato in Inghilterra, ne ritornò annunciando ch’era venuto il tempo d’agire, allorquando lettere d’Inghilterra assicurarono che quei cattolici non davano allora di piglio alle armi contro Elisabetta solo perchè questa non era ancora stata dichiarata eretica e deposta per sentenza della Sede Apostolica,5 Pio non differì più a lungo ad aprire in piena forma il processo contro la « pretesa » regina d’Inghilterra (5 febbraio 1570).6 Dodici profughi dimoranti a Roma furono citati e interrogati se potessero giustificare che Elisabetta avesse usurpato l’autorità di capo della Chiesa inglese, 7 che avesse deposto e car- i II 21 febbraio 1570, Ladeechi 1570, n. 316. s Lettera ai due earl del 20 febbraio 1570, presso Goubatj 293. — Pio V aveva promesso ai cattolici inglesi un aiuto di 100,000 ducati (Ziiniga a Filippo II, 7 marzo 1570, Corresp dipi. Ili, 249) : come rata assegnò ai medesimi a mezzo di Ridolfì 12,000 scudi (Ztìniga a Filippo II, 28 febbraio 1570, ibid. 246). Addì 13 maggio 1570 Ridolfì «’informò presso Spes come avrebbe potuto far pervenire ai due earl i denari del papa (Kervyn de Lettenhove, Relation V, 653 s. ; vfr. Spes a Filippo II, sotto la stessa data, Corresp. de Felipe II III, 352). A domanda di Spes (Kkevyx df. Lettejthove loc. cit. 655) l’Alba rispose che scriveva su ciò a Filippo II e che frattanto l’ambasciatore non s’immischiasse in nulla (ibid. 657). s Così * Calegari scrive- a Commendone dalla Pieve addì 6 dicembre 1567 che un giovane inglese gli aveva consegnato uno scritto, nel quale s’ esponeva ciò che il papa poteva fare per l’Inghilterra. Si mandi affatto in segreto qualcuno in Inghilterra (Archivio segreto pontificio). Cfr. * Discorso fatto a Pio V dal priore (l’Inghilterra' Cai'. Hierosolymitano [Shelley] sopra la ridut-tione di quel regno, in Cod. Ottoh. 2432. p. 160-178, Biblioteca Vaticana. 4 Oraziani a Sanders, 29 marzo 1569, presso Mai, Spicil. Vili, 457 s. Anche un nobile scozzese profugo a causa della fede era nel 1569 a Roma e ricevette dal papa 300 scudi e raccomandazioni. * Avviso di Roma del 29 giugno 156!), Uri). 10J/1, p. 102, Biblioteca Vaticana, s Più volte Pio V ha detto ch’era stato determinato alla sua bolla di scomunica dall’insistenza dei cattolici inglesi. Cfr. sotto, p. 413. « Sunto presso Ladebchi 1570, n. 332-345. 7 Utrurn regina Angliae usurpaverit auctoritatcm, capitis ecclesiac Anghca' nae, Mai negli atti del processo si sostiene che Elisabetta si sia attribuito il titolo di « capo della Chiesa ». Nella deposizione di Shelley si dice che il giuramento di supremazia esigeva di riconoscere Elisabetta come principem et guhernatn-cem. rerum tam ecclesia Stic arum quam profanarum (Laderchi 1570, n. 329)- I1 vescovo Goldwell venne interrogato soltanto, se Elisabetta avesse usurpato