282 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 b. siderii sulle controversie milanesi e napolitane e sulla Monarchia Sicula.1 Insieme al Requesens avevano lavorato a Roma per gli interessi di Spagna i cardinali Pacheco e Granvella. Quest’ultimo, dal febbraio 1566 vivente in curia, era considerato siccome il vero uomo di fiducia di Filippo II ed esercitava grande influenza su Requesens.2 Era egli un figlio genuino del rinascimento, molto avveduto e pratico del mondo, ma del pari che Pacheco nulla poteva presso il papa, perchè questi conosceva la sua dipendenza dalla Spagna.3 Un giorno Pio V disse apertamente al Granvella ch’egli era più spagnuolo che cardinale. Che tale giudizio fosse giusto appare dalle relazioni di Granvella al suo re, il cui sistema di politica ecclesiastica era anche il suo ideale. In esse il cardinale deve bensì riconoscere la santa vita e le pure intenzioni di Pio V, ma da freddo uomo d’affari egli dimostra che ben poco capiva la posizione del papa e la sua grande delicatezza di coscienza. In ciò egli vede soltanto ignoranza delle cose politiche e difetto d’abilità nel trattare coi principi. Poiché Pio V, così scrisse una volta Granvella a Filippo II, nulla vuole pei suoi parenti, egli crede di potere andare avanti risolutamente, ma cede se gli si mostrano i denti.4 Anche Filippo II, di fronte alle difficoltà opposte da Pio all’uso ch’egli faceva dell’inquisizione anche a scopi politici, opinava che quel papa coi. suoi scrupoli di coscienza danneggiasse la religione !5 Dato simile disconoscimento della realtà da parte dei consiglieri di Filippo II, non potevano mancare ulteriori conflitti. Pio V, che molto bene riconosceva l’importanza del re di Spagna per la tutela degli interessi cattolici in Inghilterra come in Francia, ricevette colla maggiore possibile benevolenza Juan de Zuniga arri- 1 * Memoria al sig. commenti. maggiore di Castiglia di quanto V. Sre desidera che si tratti con S. M. Cca^in suo nome, in Varia Polii. 81 (ora 82), p. 426 s., senza data e p. 488-491, minuta ; a p. 489b si leggè l’osservazione : Aggiunta al Memoriale... a 29 di dicembre 1569 e p. 491t>: Memoriale di N. Sre dato ai sig. comm. magg. di Castiglia il qual partì di Roma a 30 di decembre 1567. Archivio segreto pontificio. 2 V. Colecc. de docum. inéd. XCVII, 386. Il 15 novembre 1566 Strozzi notificava a Massimiliano II : * « Alcuni dicono haver scoperto ch’el cardie Gran-velia è quello che ha la mente del re Filippo e che tratti ani tutti i negocu d’importanza per esso in compagnia del commendator » (Archivio di Stato in Vienna). Granvella era stato ricevuto in concistoro il 1" febbraio 1566: v. Corresp. dipi. I, 121, n. 3. 3 V. Corresp. de Philippe JI I, 599; cfr. Herre, Papsttum 145. Una eccellente caratteristica di Granvella presso Rachfahx., Oranien II 1, 137 s. Pare che sia rimasta ignota a Pio V la sua condotta non irreprensibile (v. Renont de France, éd. Piot I, 26, n. 1). 4 Lettera del 23 dicembre 1566: v. Corresp. de Philippe II II, xlvii. Eguale disconoscimento del carattere di Pio V trovasi già nella * relazione di Cusano del 2 febbraio 1566, Archivio di Stato in Vienna. 5 V. Colecc. de docum. inéd. IV, 341; Forkeron I, 189 s.