Processo di Carranza all’ Inquisizione romana. 235 roso1 e passa anche contro i voti di tutti i cardinali.2 Nel febbraio 1568 dicevasi a Roma che il papa sull’esempio di Paolo IV pensava di tornare a nominare un grande inquisitore :3 in quaresima non vuol fare concistori al line che ogni settimana possa tenersi una seduta dell’inquisizione di più. Questa seduta straordinaria però era stata imposta al papa dalla faccenda dell’infelice arcivescovo di Toledo, Bartolomè Carranza,4 il cui processo Pio V aveva chiamato a Roma. Il trasporto di Carranza all’eterna città è certo una delle più forti prove della possente impressione, che la personalità di Pio V faceva anche sui grandi del suo tempo. Invano Pio IV s’era adoperato per intervenire nelle discussioni sul disgraziato arcivescovo :5 re Filippo temeva per l’appunto che ne soffrisse l’autorità dellTnquisizione spagnuola qualora un processo le venisse tolto o forse anzi deciso contro essa dai tribunali pontifici, mentre egli credeva di non potere fare senza dellTnquisizione pel governo dei suoi stati.0 In conseguenza egli aveva tentato tutto anche presso Pio V alfine di salvare all’Inquisione spagnuola il processo sull’arcivescovo di Toledo. Ma persistendo il papa nella sua richiesta, da ultimo s’avverò l’incredibile: l’onnipotente spagnuolo si adattò. Con meraviglia dell’intiera Spagna il 5 dicembre 1566 l’arcivescovo salì a Valladolid nella lettiga che doveva portarlo a Cartagena. Ivi egli dovette attendere sino alla fine d’aprile del 1567 il duca d’Alba, il quale aveva da condurlo seco a Roma, sicché Carranza arrivò nell’eterna città soltanto il 28 maggio.7 1 Ibid. V. anche la nota .seguente. 2 « En las cosas de Inquisición se haze siempre lo que el Papa vota aunque sea contra el parecer de los cardenales, y el voto de S. S. diz que es el mejor y mas riguroso que ninguno de los otros ». A Filippo II, 17 maggio 1507, Corresp. dipi. II. 115. 3 * Avviso dì Roma del 14 febbraio 1568, Uri). 101,0, p. 4S7, Biblioteca Vaticana. 4 Ibid. Fin dal 7 giugno 1567 * B. Pia scrive a Luzzara : « Due congrega-tioni si fanno hora ogni settimana inanzi a N. S. di ordinario per la Sma in-quisitione. Il lunedì et questa sola per la causa de l’arcivescovo di Toledo. Il giovedì l’ordinaria, non si potria dire con quanta ansia et diligenza S. Bne attenda a questo» Archivio Gonzaga in Mantova). Cfr. * Serristori, 13 febraio 1567, Archivio di Stato in Firenze, Medie. 3287. 5 V. il nostro voi. VII, 496 ss. 6 Serrano in Corresp. dipi, II, xi: «EH secreto de toda la resistencia de Felipe II en este asunto, estaba en hallarse convencido----que yendo la cansa à Roma sufría un golpe mortal la autoridad de la Inquisición Española ». Re-quesens indicava al papa come convinzione di Filippo, « que non podia guardar sus reinos en la religión y obediencia de la Sede Apostolica», non conservando «la autoritad del Santo Officio, a quien seria gran nota no confiar S. I!, dél este negocio». A Filippo II. Io giugno 1566, ibid. I, 256; cfr. II. xi s. 7 Corresp. dipi. II. vi, xvm. Pogiani Epist. IV. 262.