Pio V. 1566-1572. Capit olo 2 a. Un campo di lavoro ancor più vasto ed importante si aprì al-l’Ormaneto quando nel giugno del 1566 fu chiamato nella capitale della cristianità.1 Borromeo lo lasciò andare a malincuore: mi sento, così scrisse allora,2 come se mi si chieda la mano destra. Secondo l’esempio del Borromeo Pio V aveva preso in considerazione la riforma avanti tutto del personale che più gli stava vicino: dalla corte il rinnovamento morale doveva abbracciare in primo luogo i cardinali e in virtù del loro esempio estendersi al resto del clero ed a tutta la cristianità.3 Era quindi rigido nella scelta dei famigliari pontifìci. All’inizio del suo pontificato veramente dietro pressione di persone eminenti,, dovette ammettere alcuni, ch’egli da sè non avrebbe scelti,4 ma ben presto s’apprende che Pio V ha limitato la sua corte a 500 individui non volendo spendere più di 50,000 ducati l’anno per la casa.5 Chi volle rimanere al suo servizio, dovette risolversi a vita severa. Quasi ogni giorno un domenicano teneva ora nel Palazzo apostolico conferenze religiose, alle quali interveniva il papa stesso coi cardinali. Allorché fu promulgata un’indulgenza per il pericolo turco, Pio V insistette perchè anche gli officiali della sua corte dovessero acquistarla ed ai medesimi distribuì di sua mano la santa comunione. 6 Già nel primo anno di governo del nuovo papa più volte si scrive da Roma che il Palazzo apostolico somiglia ad un convento e che non v’è più traccia alcuna di vita di corte.; In Palazzo non veg gonsi che monaci e Teatini, i quali pensano di potere riformare il mondo in un giorno, scrive nel giugno del 1566 l’agente imperiale Cusano,8 ed allora non si era che agli inizi della riforma. Arrivato nella eterna città l’Ormaneto, anche la corte papale \ Sul suo arrivo a Roma (8 luglio) e la sua prima udienza cfr. v ■ . Oktroy in Anal. Bollami, XXXIII (1914). 189. - Al Cardinal Aleiati. 5 giugno 1566. Anal. Bollanti. XXXIII. 194. n. 4. In principio Ormaneto fu chiamato solo per due anni. Borromeo a Pio V. 26 giugno 1566, presso Baluze-Mansi III, 531. s Por. anco, 25 gennaio 1566, Anal. Bollami, VII (1888), 47. ì Ibid. » * « Ritenne solo cinquecento boc-he perchè non vuole si spenda l’anno nella casa sua più di 50,000 ducati». Cusano, 26 gennaio 1566, Archivio di Stato in Vienna. Cfr. Polanco. 30 aprile 1566. Anal. Bollami, VII, 55. e Ibid. 51. ? * Nel palazzo del Papa non si vedono le gente se non in quel modo che si va alli monasteri de frati osservanti, ninna sorte di corte si vede ». Camillo Borromeo a Cesare Borromeo, 23 febbraio 1566, Bibl. Trivulzi a M ilano, ('oiì. 551. * « Le cose de la corte passano in silentio al presente, et V. S. faeia conto che il palazzo dal’audientia in poi che da il ili. cardinale Alessandrino la mattina, sia un convento quietissimo et solitario de frati». Luzzara al duca di Mantova, 10 agosto 1566. Archivio Gonzaga in Mantova. s * « Per palazzo non si vedono altri che frati et Chiettini, che pensano riformar il mondo in un giorno», l'S giugno 1566, Archivio di Stato in Vienna.