330 Pio V. 1566-1572. Capitolo 5 a. Gli amici di Spagna alla Curia potevano dire quel che volevano, ma Pio V mantenne la credenza di essere stato ingannato da Filippo. Soltanto l’energica azione dell’Alba nei Paesi Bassi tornò a tranquillarlo ridandogli la speranza che gli interessi cattolici non avrebbero sofferto in conseguenza della dilazione del viaggio.1 Pio Y vide chiaramente quale errore fu quello commesso da Filippo II col differire e poi definitivamente abbandonare la sua comparsa personale nei Paesi Bassi temuta2 dai seguaci delle nuove credenze, ma non ebbe coscienza del fatto che l’invio del-l’Alba era un errore molto peggiore. Il duca, spagnuolo nell’anima e privo di qualsiasi intelligenza delle particolarità straniere, era sommamente odiato nei Paesi Bassi, tanto che lo stesso Filippo II in un certo momento pensò di revocare la fatale nomina. Se da ultimo non fece tal passo non vi fu estraneo il partito di corte ostile all’Alba, che lavorava al suo allontanamento. Presso Filippo II aveva allora influenza decisiva Ruiz Gomez, ciò che si rese sensibile a Roma anche nell’atteggiamento del cardinale Pacheco.3 Mentre raccoglievasi nell’alta Italia l’esercito dell’Alba, Pio V espresse il desiderio che nella marcia verso i Paesi Bassi si procedesse contro Ginevra, il centro del calvinismo. Filippo II rifiutò questa spedizione laterale.4 Ed anche un’altra proposta del papa non trovò ascolto presso di lui. Pio voleva mettere a lato dell’Alba un plenipotenziario per gli affari ecclesiastici5 o mandare un nunzio in Neerlandia.B Nè l’una nè l’altra cosa fu gradita al re, che non voleva venire impedito da Roma nei suoi piani, i quali miravano non solo a punire gli eretici, ma anche ad annientare i fastidiosi privilegi dei Paesi Bassi ed a fare del paese una provincia spa-gnuola. Abolizione dei privilegi, sostituzione di officiali regi alle autorità cittadine, costruzione di cittadelle ad Anversa, Valenciennes, Flessinga, Amsterdam e Maestricht, confisca di beni, imposizione di tasse senza il consenso degli stati — questo il programma di Filippo, che già ai 31 di maggio 1567 egli aveva esposto alla reggente.7 L’Alba era l’uomo fatto per attuarlo. Nell’agosto del 1567 il duca comparve col nerbo delle sue truppe nei Paesi Bassi, dove dopo la guerra alle immagini i nobili di 1 V. Corresp. dipi. II, lex s., 191, 198, 200 s„ 204 s., 212, 216 s., 253. Ofr. Cor-resp. de Philippe II I, 580 s. 2 V. Corresp. dipi. II, xlvxii. s V. ibid. xiviis. « Cfr. Cramer I, 165 s. ; II, 208 s. Ebbero altrettanto poco successo posteriori incitamenti di Pio V ad un’azione contro Ginevra; v. ibid. II, 219 s., 22o. s Y. la * relazione idi Arco del 19 luglio 1567, Archivio di Stato '■D Vienna. «! V. ibid. la * relazione di Arco del 23 agosto 1567 : il nunzio, con facoltà di legato, doveva sbrigare tutto gratuitamente. 7 Gachard, Corresp. de Philippe II I, 542.