La soppressione dell’Ordine degli Umiliati 169 membri delle loro famiglie e perciò l’Ordine disponeva dell’influenza di potenti amici e parenti. 1 II cardinale Borromeo, dal 1560 protettore degli Umiliati,2 aveva questo coraggio. Già sotto Pio IV' a mezzo dell’Ormaneto fece alcuni tentativi di riforma, vani però. Morto lo zio, trattò della cosa coH’Ormaneto e col papa stesso e domandò un breve, che comandava a tutti i superiori di scambiare i loro posti, limitava a breve tempo la durata in ufficio dei presidenti, metteva in altre mani l’amministrazione dei beni ed obbligava tutti a vita comune, veramente claustrale.3 Con questo breve nel giugno 1567 il Borromeo sorprese nel loro capitolo di Cremona gli Umiliati che nulla sospettavano: nello stesso tempo dichiarò invalida l’elezione giusta allora compita del nuovo generale dell’Ordine e in virtù di pieni poteri pontifici4 ne conferì l’ufficio a uno più degno, che sotto l’influenza dei Barnabiti si era dato a una condotta più severa di vita.5 Borromeo era rassegnato a dovere forse ottenere colla forza l’accettazione del breve, ma gli Umiliati osarono resistenza armata solo quando si venne all’introduzione dei nuovi superiori.6 Essi sostenevano che il breve era stato carpito con false esposizioni e invalido, appellarono quindi al papa e cercarono di assicurarsi la protezione di principi temporali. Non avendo nulla ottenuto per questa via7 e tornando sempre il Borromeo a tentare di aprire adito alla riforma,8 l’esarcebazione salì in molti fino all’estrèmo. La sera del 26 ottobre 1569 il cardinale prendeva parte a una devozione in una cappelletta nel suo palazzo quando dalla distanza di quattro a cinque braccia gli fu sparato un colpo. La palla lo colpì alla spina dorsale, ma non trapassò che l’abito e più tardi fu trovata in terra; alcuni pallini traversando l’abito arrivarono alle pareti senza far danno. Nella confusione generale il Borromeo rimase imperterrito ed ordinò che si continuasse tranquillamente la funzione, ciò che facilitò la fuga all’assassino.9 1 Bascapè 1. 2, c. 4, p. 35. 2 Sala, Docum. I, 414. 3 Breve del 1° maggio 1567, presso LiADEBchi 1567, n. 74. Saia, Docum. I, 195 ss. Cfr. Bascapè loc. cit. TJn * breve Duci et dominio Venetiarum del 20 giugno 1567 invita ad aiutare il cardinale nella riforma degli Umiliati. Archivio di Stiaito i:n Venezia, Bolle. t Del 10 maggio 1567, presso Sala, Docum. I, 201. » Su costui cfr. Bascapè 1. 2, c. 4, p. 36. 6 Cfr. le cinque lettere di Borromeo del 26 giugno 1567 presso Sala, Docu'm. III. 383 s. ? Breve del 28 giugno 1567, ibid. I, 205. s * Breve a Borromeo del 10 settembre 1568 con facoltà per la riforma (v’è la notizia: 8. D. AT. mandarit fieri reformationem etùnn per viros alterius or-' dinis a cardinali depuntandos), Archivio dei Brevi in Roma. Cfr. * breve del 22 maggio 1567 al generale degli Umiliati, ibid.; Bascapè 1. 2, c. 10, p. 44; bolla del 23 luglio 1568, Bull. Rom. VII, 695. 9 Lettera del Borromeo a Pio V del 29 ottobre 1569 in San Carlo Borromeo 366 (presso Gitjssano 176 la lettera è ritoccata nello stile). Relazione