La campagna contro i Turchi (1566). 443 tutte le truppe furono riunite, Massimiliano alla metà d’agosto si recò presso l’armata.1 Nel settembre fcrovavasi al quartiere generale dell’imperatore anche il nunzio Biglia, che durante la dieta augustana era passato affatto in seconda linea dinanzi alla personalità di Commendone che sovrastava a tutto.2 Il vecchio sultano Solimano, accompagnato dai voti dei suoi poeti di corte, che al pari del ramo di cipresso potesse dondolarsi neh vento della vittoria,3 s’era intanto avanzato fin sotto Sziget difesa valorosamente da Niccolò Zriny. Ciò non ostante la fortezza, veramente non più altro che un ammaso di rovine fumanti, cadde nelle mani dei Turchi il 7 settembre, trovandovi morte eroica lo Zriny.4 Durante l’assedio di Sziget l’esercito imperiale era rimasto del tutto inattivo. Come suo fratello l’arciduca Ferdinando, Massimiliano non era un capitano: aveva bensì buona volontà, ma commise fatali errori. La paura dei Turchi era sì grande, che s’evitò ogni scontro importante. Mentre tenevasi presso Gran una posizione d’osservazione, scoppiò fra le truppe la febbre palustre ungherese, alla quale soggiacquero migliaia. Cattiva alimentazione, difetto di denaro e diserzione fecero il resto. Allorquando i Turchi si ritirarono, anche l’esercito imperiale si sciolse alla fine d’ottobre. 5 Per fortuna lo spirito d’intrapresa dei Turchi era completamente paralizzato dalla morte del sultano avvenuta il 4 settembre e l’entrante inverno interruppe la guerra, che venne continuata l’anno seguente con vario successo. Già alla fine di giugno del 1567 l’imperatore aveva avviato trattative di pace, che arrivarono alla conclusione solamente il 17 febbraio 1568. In questo dì fu conclusa ad Adrianopòli una pace di otto anni sulla base dello statu quo e della continuazione del pagamento d’un «regalo d’onore» da parte dell’imperatore dell’importo di 30,000 ducati.6 Dopo la dieta di Augsburg oltre la guerra turca tennero vivamente occupato l’imperatore gli affari religiosi sia nell’impero sia nei suoi paesi ereditarii. Il rappresentante del papa, Melchiorre Biglia, non lasciò mancare esortazioni, perchè, regolandoli, si tenesse conto anche dei desiderii dei cattolici,7 tornandogli vantaggioso che considerazioni di prudenza politica, avanti tutto la spe- 1 Vedi Hubek IV, 256 ss. ; Turba III. 334 s. 2 Relazioni di Biglia presso Theiner, Monum. Slavor. meriti, vol. II. 3 Vedi Hammer III, 751. * Vedi ibid. 447 ; Huber IV, 260 ss. ; Turba III, 350 s. 5 Vedi Wertheimer in Archiv für österr. Gesch. LIII, 84 ss. ; Hirn II, 291 ss. 0 Vedi Huber IV, 263 s. 7 Nell’Archivio segreto pontificio si conserva solo una piccola parte delle * relazioni di Biglia (Nunziat. di Germanin 66 e 67). Per l'edizione dei Niintiatirrbcrìchte bisognò quindi cercare altrove. Fin dal 1847 lo Scarabeixi