214 Pio V. 1566-1572. Capitolo 3 a. bensì ai 18 di febbraio l’abiura di 5 persone del basso popolo, ma essa non era stata annunciata in precedenza ed ebbe luogo senza alcuna solennità nella Cappella Sistina, essendosi temuto che avrebbe suscitato scandalo il fatto che venissero condannate per sì gravi delitti anche persone del popolo.1 L’eresia cioè pare che fra i veri romani fosse qualche cosa di affatto straordinario: il catalogo della Confraternita della Decollazione di san Giovanni Battista non segna fra gli eretici giustiziati fino alla morte di Pio V e più in là alcuno di origine romana.2 Fra le città dello Stato pontificio nessuna ebbe a mandare al-l’Inquisizione romana per il giudizio maggior numero dei suoi abitanti come Faenza.3 Come ci viene riferito nell’aprile 1567, erano stati là arrestati e portati a Roma molti sospetti d’eresia insieme a un predicatore Servita, citandosi anche il vescovo a render conto della sua negligenza.4 A Faenza, così una notizia dell’anno seguente, sono stati poco fa imprigionati 37 eretici, tutta quella terra è infetta per l’opera d’un maestro ora fuggito a Ginevra e forse non c’è più altro rimedio che il fuoco.5 Nel settembre 1568 Tiepolo è in caso di riferire che in una cittadina della Marca, Amandola, dei banditi e dei monaci scappati avevano incendiato chiese e spezzato immagini sacre, che il papa progettava severi provvedimenti per Amandola e il vicino S. Ginese avendo udito che ivi erano molti eretici. Nessun luogo però dello Stato pontificio essere a questo riguardo in peggior fama di Faenza: il papa avere in mente di far distruggere la città e trasferirne altrove gli abitanti ; molti di là essere stati da poco consegnati all’inquisizione romana.6 Il pontefice, che già come inquisitore aveva fatto le sue esperienze con quella città, vi istituì un commissariato generale dei- riso ricordato, erano streghe. Orano (p. 45-52) nota pel 1572 altre quattro esecuzioni, del 22 febbraio, 15 marzo e 19 luglio, ma in tutti quattro i casi non è sufficientemente chiara la causa della condanna capitale. 1 Bertolotti, Martiri 58. 2 Cfr. i cataloghi degli abiuranti in Arch. d. Soc. Éom. SH (1889), 342 : Bertolotti, Martiri 41, 55. Che il « Porroni romano» di Orano (p. 36) sia a torto messo fra gli eretici, v. sopra, p. 213, n. 2. * Cfr. Orano 25-27, 30, 32; Bertolotti, Martiri 41, 55. •f *« In Faenza sono stati presi molte persone havute per heretiche con un frate de Servi predicatore che si conducono qui, et il vescovo è chiamato per la negligenza usata». B. Pia a Luzzara, 12 aprile 1567, Archivio Gonzaga in Mantova. » * « .. .et si sc-uopre quella terra tutta infetta per opera di un maestro di scuola che se n’è poi ifuggito a Genevra che si dubita che non bisogni andarvi col fuoco ». Cipriano Saracinello al Cardinal Farnese, 28 febbraio 1568, Archivio di Stia to in Napoli, C. Farnes. 763. 6 Tiepolo, 25 settembre 1568, presso Mtjtinelli I, 79. Cfr. Cantù, Eretici II, 408; * Avviso di Roma del 17 settembre 1568, nella corrispondenza di Cusano, Archivio di Stato in ATiennia.