225 della medesima specie, onde nessuno per certo avviserebbe di unire con un altro nella medesima proposizione cose d’ opposta o diversa natura, nè si direbbe per esempio uomini ed altre bestie e che so io ? Del rimanente qui il poeta non parla già di lauri e di fiori materiali e caduchi, ma si dei figurati e allegorici, e si dà anche il pensier di spiegarlo a lettere d’ appigionasi con dire quei fiori che verdeggiano eterni anche sul capo degli estinti ( Blurnen . . . Die ewig bliihn auch uin die stirn der Todten ): i quali fiori, e chi non vede ? son le lodi, gli elogii, l’onorata memoria. Qui il traduttore scambiando il plurale col singolare, i morti in genere colla Malibran morta, e questi fiori eterni con quelli che crescono per opera e industria dei giardinieri, fa questa bella quartina capo d’ opera d’ interpretazione e di poesia : D’ assai corone aveala il mondo cinta, Non gravi d’ ór, ma fresche c redolenti ; Commisti ad altri fior lauri fiorenti Senza.tempo e sul crine dell’estinta. Qui con ingegnosa e gentile iperbole, a mostrare quanto la cara donna potesse, l’autore fa eh’ ella fosse un raggio sfuggito alfonte della luce, affinché come genio solcasse la terra ed an- \Z*