1 cardinali Souchier e della Chiesa. 10!) sedia, che solo di poco distinguevasi dalla sua. Espinosa conservò le sue dignità fino alla morte, ma sotto la pressione dello spaventoso peso del lavoro le sue forze fisiche si consumarono avanti tempo e poco dopo la morte di Pio V anch’egli chiuse ai 5 di settembre del 1572 la sua laboriosa vita. Se Espinosa dovette la sua elevazione a raccomandazione straniera, quella invece di Jérôme Souchier, il dotto abbate generale dei Cisterciensi, originò pienamente dalla libera decisione del papa, che in lui aveva trovato l’uomo secondo il suo cuore.1 Come in Pio Y stesso, pietà e scienza erano state fin dalla gioventù le uniche passioni di Souchier. Giovane cisterciense, i superiori ave-vanlo mandato all’università di Parigi, donde ritornò dottore in filosofia e teologia. Chiaro discernimento e tranquilla avvedutezza raccomandaronlo al cardinale di Lorena e per esso ai re Enrico II e Carlo IX. Innalzato ad abbate di Cìairvaux, prese parte al concilio di Trento, dove la sua erudizione e sentimento ecclesiastico gli guadagnarono l’alta stima dei cardinali Hosio e Borromeo. Dopo il ritorno, egli, in qualità di abbate generale del-l’Ordine cisterciense, s’adoperò con zelo a ritornarlo in vita. La dignità cardinalizia gli arrivò inaspettata e molesta: al papa egli fece osservare che col peso della medesima non avrebbe potuto più adoperarsi pel suo Ordine e che anche d’altronde non possedeva i requisiti per essere un principe della Chiesa. Pio V tran-quilizzò il modesto religioso sotto ambedue i riguardi : lasciasse al papa, che non poteva nell’esercizio del suo ufficio apostolico far senza uomini come Souchier, il giudizio su chi andasse bene come cardinale o no.2 Souchier non portò a lungo il peso del cardinalato. Allorché gli fu notificata la morte del cardinale avvenuta il 23 novembre 1571, Pio V disse: «potessi io morire della morte di questo giusto! », e nel seguente concistoro si dolse che si fosse spenta una gran luce della Chiesa.3 Come col Souchier fece il suo ingresso nel Collegio cardinalizio un dottore della Sorbona e rappresentante della erudizione teologica, così con Giovanni Paolo della Chiesa, un discepolo della celebre scuola di diritto a Padova. Della Chiesa, nato a Tortona nel 1521, era stato ammogliato e solo tardi entrò al servizio della Chiesa. Distinto giurista e il più abile avvocato di tutta Milano, egli difese davanti a Filippo II i diritti del duca di Terranuova e poscia venne fatto senatore di Milano. Mortagli la moglie, fu mandato a Roma per sostenere le pretese del senato milanese nella controversia col cardinale Borromeo. Pio V tirò quell’abile uomo al ser- 1 * Arco, 24 dicembre 1568, Archivio di Stato in Vienna. Ciaconu s HI. 1033. 2 Breve dell’8 maggio 1568, ¡presso Got'Bat' 79 s. Ciaconitts III, 1032 s. 3 CiAcosurg in, 1034. Cardeixa V. T17.