290 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 b. la Cruzada quantunque non gli sfuggisse che nelle circostanze del momento essa diventava sempre più diffìcile a ottenersi poiché alle trattative sempre tuttavia molto irritate sulla faccenda di Milano s’aggiunsero dissapori a causa degli ampii privilegi del-l’Ordine di S. Lazzaro.1 Tutto ciò accrebbe la grande inquietudine (infinito cuidado) di Zuniga per la bolla In coena Domini e da ultimo egli opinò che la trattazione di questa spinosa que-sione si differisse fino all’inverno.2 D’altro parere si era a Madrid. Fin dall’11 luglio 1568 Castagna poteva notificare che il governo spagnuolo avrebbe opposto alla diffusione della nuova bolla ogni possibile ostacolo. Il nunzio aveva ricevuto il documento il 26 maggio3 e inviatolo poi ai vescovi di Spagna col breve pontifìcio ed una lettera accompagnatoria, colla quale li invitava a pubblicarla e a dare istruzioni a’, confessori. Ma non uno dei prelati spagnuoli, per timore del governo, aveva ancora osato di farne la solenne promulgazione. In conseguenza Castagna si vide obbligato ad effettuare la divulgazione della bolla comunicandone il contenuto agli Ordini e ai confessori. Circa il contegno del re egli ebbe particolari dal cardinale Espinosa, secondo i quali Filippo aveva l’ubbia che il papa volesse togliergli diritti ben acquisiti, ciò che doveva offenderlo canto più perchè aveva espressamente promesso di eliminare gli abusi esistenti nel regno di Napoli. Espinosa disse che, pur essendo allora pressato da molte parti Sua Maestà non si acconcerebbe a simile «novità», volendo essa mantenere i suoi diritti di sovranità e non essere un re di legno.4 Nè i ministri spagnuoli facevano mistero che il governo non avrebbe tollerato la pubblicazione della bolla nel regno di Napoli senza exequatur, perchè ivi essa non era mai stata promulgata ma solo in Roma e le aggiunte fatte da Pio V erano dirette non solo contro l’exequatur, ma direttamente contro la Monarchia Sicula, contro la quale urtava anche la nomina del nunzio Odescalehi per le due Sicilie. Oltracciò i ministri elevavano querele su una serie di altre pretese, che il papa faceva valere in Ispagna come a Napoli, in particolare ad es. sul breve contro tutti coloro che a Napoli avevano rubato o alienato illegittimamente beni ecclesiastici; sulla pubblicazione della bolla relativa ai medici senza aver ottenuto Yexequatur, con che sarebbero stati minacciati dei laici, sudditi di Sua Maestà; sulla citazione di Marcello Caracciolo a causa d’un 1 Ofr. Corresp. dipi. II, 138 ss., 198 s. ; III. 41 s. 2 Zuniga a Requesens (la Roma 19 maggio 1568. loc. cit. 477. 3 La * lettera originale di Bonelli a Castagna in data di Roma 28 aprile 1568 ha la nota «Ric. 26 maggio 1568». Niinziat. di Spagna VI, Archivio segreto pontificio. 4 V. la relazione di Castagna dell’ll luglio 1568, Corresp. dipi. II, 408 s.