22 Pio V. 1566-1572. Capitolo 1 a. Saraceni, Ricci e Cicada, mentre Vitelli designò il francescano Dolera. Borromeo rifiutò subito il Ricci e nonostante le rimostranze di Delfino perseverò nel suo rifiuto. Si sarebbe lasciato guadagnare a favore di Dolera, ma Marco Sittich, che quale nepote di Pio IV poteva esigere speciale riguardo, dichiarò recisamente di non volere alcun religioso.1 E neanche Saraceni e Cicada andavano a genio al Borromeo. Così la conferenza presso Pisani non produsse alcun accordo su qual si fosse candidato. Con ciò la posizione di colui, che fino allora era stato duce in conclave, s’era fatta totalmente diversa. Fino a questo punto fu Borromeo a farsi avanti con proposte, mentre gli altri partiti avevano da dare il loro parere sulle medesime e da prendere misure in contrario. Ora la funzione di guida è passata agli altri partiti, che adesso designano le persone, sulla cui elezione deve trattarsi : Borromeo non ha più da far nomi di candidati e poiché i proposti da altra parte non godono della sua approvazione, a lui non rimane altro che la difesa lavorando alla loro esclusione. Pel primo Farnese reputò giunto il suo tempo.2 Si adoperò seriamente per guadagnare Borromeo, ma invano. Non erangli favorevoli neanche gli spagnuoli, anzi si sparse la voce, e pare che l’abbia appoggiata Pacheco,3 che l’ambasciatore spagnuolo avesse dato l’esclusiva al cardinale. Requesens reagì invero a questi divulgamenti e fece chiamare un segretario del Farnese dichiarandosi pronto a qualificarli falsi in pubblica udienza davanti l’intiero conclave,4 ma quando gli agenti fiorentini gli fecero visita e gli rappresentarono che conformemente a tutta la storia, della sua casa il Farnese non si raccomandava alla Spagna come candidato, egli chiese dal suo re minute indicazioni sul contegno da tenere esponendo che pubblicamente egli doveva appoggiare il cardinale, ma che non poteva nascondere come da papa il Farnese sarebbe una cattiva malleveria, per la pace d’Italia.5 Del resto il Requesens si era lasciato impaurire da fantastici dati sul preteso alto numero di voti, che Farnese ed altri cardinali avrebbero ottenuto nello scrutinio.0 Anche quella, voce dell’esclusione i Hiixigee 133. I - Riferiva dei suoi sforzi * L. Conosciuti fino dal 10 dicembre 1565 aggiungendo die Farnese sperava inutilmente. Archivio di Stato in Modena. 3 Diario eli Delfino al 30 dicembre 1565, presso Wahkmund 267 ; Hiiakjer 133, n. 2. * Requesens a Filippo II, 30 dicembre 1565, Corresp. dipi. I, 66. 5 Requesens a Filippo II, 31 dicembre 1565, Corresp. dipi. I, 72 s. 6 Inclusivi gli accessi avrebbero raggiunto: Farnese 32 voti, Ippolito d’Este nel medesimo scrutinio 26, Morone 28, Ricci 29, Pisani 30, Dolera 31, Corgna 25, Saraceni 23 (Corresp. dipi, I. 72). Simili numeri dà un * Avviso di Roma del