8o quinta persona s’alzò subitamente dal seggio ov’era sdraiata e con due occhi che le usciali dalla fronte, e misurando con un salto tutta la stanza, presa da improvviso entusiasmo poetico cominciò furibonda a recitarne La gola, il sonno e le oziose piume, col rimanente di quel sonetto, il che veramente a noi dopo la cena di Vicenza, il pranzo di Brescia, e le comodità della carrozza era un singolare rimprovero. A tale incontro, a siffatto furore poetico, la nostra compagna si strinse tremante attorno al compagno, persona un po’più sicura, e che porta i mustacchi; io stetti in me stesso sospeso, e si non fummo tranquilli finché un cenno del caffettiere non ci diede ragione di quella improvvisa lezione di poesia. Il povero uomo era da lunghi anni uscito di cervello, e come persona innocua affatto che è, si lascia ire attorno la notte. Chi sene spaventa, suo danno, poiché infine ei non richiede altra soddisfazione che recitar i suoi versi, ch’ei conchiude sempre domandando una presa di tabacco, e far noto al mondo, ch’ebbe la sua istituzione, coni'’ egli andava predicando, nei primi collegii d’Italia. Fatali conseguenze d’una istituzione soverchia! Or vi scrivo da Milano e pago abbastanza dei diletti che l’uomo ritrae da’viaggi,