258 Pio V. 1566-1572. Capitolo 3 b. nuove dottrine e così si è contenuto già tre anni prima della condanna papale. Giansenio aggiunge che non avrebbe mai creduto che la nuova dottrina scomparisse così completamente: nelle scuole la si ricorda sì poco come se non fosse mai esistita e lo stesso Baio quando la si è voluta nuovamente metter fuori nelle disputazioni non vi si è acconciato. Presso alcuni dei più dotti baccellieri essa ora è in orrore tanto quanto prima era tenuta in alto.1 Il baianismo sembrava quindi morto, ma non era che apparenza. Baio non si mantenne fermo nella sua iniziale decisione di semplice obbedienza verso la decisione della Chiesa. Nel giugno del 1568 Morillon scrive che l’aveva trovato cambiato di molto; Baio si lagna d’essere stato condannato senza udirlo; sostiene che alcune delle proposizioni condannate non si trovano nei suoi libri, altre sono malamente rese; che si sono decise cose, le quali prima erano state libere e che potrebbe ben darsi che un giorno escisse un’opera contro la bolla.2 Morillon non mancò di rispondere e in particolare sconsigliò fortemente dal pubblicare scritti contro la bolla, perchè papa e re non avrebbero tollerato la cosa e con ciò Baio non poteva che nuocere a se stesso.3 Baio si tranquillò e da ultimo con grande risolutezza assicurò che voleva perseverare nei sentimenti di obbedienza verso il papa: Morillon scusasse la sua eccitazione col profondo dolore cagionatogli dalla condanna papale e aumentato dai suoi nemici perchè non mantennero il segreto. In realtà il Tiletano aveva mandato la bolla al vescovo di Ypres, all’università di Douai e ad alcuni conventi.4 Ma a dispetto di tutte le promesse Baio cercava di difendere in iscritto le proposizioni condannate. Ai 9 di gennaio del 1569 mandò un’apologia al papa, nella quale riconosceva come sue circa 30 delle tesi proscritte da Roma sostenendo però che esse non contenevano se non le dottrine della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa. In una lettera accompagnatoria egli diceva che l’onore del papa avrebbe sofferto qualora la bolla venisse ulteriormente diffusa, in primo luogo a causa delle patenti calunnie che conteneva, poi perchè era contro il modo di parlare e di pensare dei Padri della Chiesa. Essa è uno scandalo per molti dotti nelle regioni settentrionali, i quali dalla lotta cogli eretici sono indotti a tener conto più della dottrina della Sacra Scrittura e dei Padri che dei teologi medioevali e che potrebbero formarsi l’idea che nello zelo a favore della scolastica fos- 1 Ibid. 281. 2 Morillon a Granvella, 20 giugno 1568, presso Poullet III, 278. 3 Ibid. 279. * Ibid. 280.