364 Pio Y. 1566-1572. Capitolo 5 b. Francia. Ma essi non avevano da disperare, chè durante le gravi lotte dovute condurre per la loro esistenza aveva preso inizio il loro rinvigorimento interiore. Anche qui Pio V era intervenuto con zelo apostolico. Non soltanto fu incessantemente sollecito perchè si mantenesse in Francia la purezza della fede,1 ma altrettanto pure per il rinnovamento della vita cattolica e l’eliminazione degli abusi nel campo ecclesiastico. Fin dal principio del suo pontificato inculcò l’attuazione dei decreti tridentini e l’esercizio coscienzioso del diritto di nomina alle sedi vescovili concesso al governo francese dal concordato. Ad Avignone diede egli stesso un esempio del modo col quale si dovessero applicare le riforme del concilio di Trento.2 Con tutti gli assennati egli riconobbe eziandio che il rigore sanguinario da ultimo sarebbe rimasto senza effetto ove non fossero rimosse le disperate condizioni causate specialmente dall’abuso delle facoltà del concordato.3 Per estirpare le eresie, scrisse il papa a Carlo IX e Caterina de’ Medici l’8 marzo 1566, è necessario prima di tutto che le sedi vescovili siano ben provviste e che i loro titolari come gli altri aventi cura d’anime osservino la residenza conforme ai decreti del concilio di Trento.4 Per un momento parve che Carlo IX prendesse a cuore le parole del papa, ma in breve si vide che, a dispetto di tutte le ulteriori esortazioni, egli nella sua cortezza di vista perseverava sull’antica strada, che era tanto comoda e forniva tanti vantaggi materiali. Nella sua relazione del giugno 1569 l’ambasciatore veneto Giovanni Correro descrive con pungente ironia come gli uffici e beni della Chiesa fossero lasciati in balìa dell’avidità del re. Pare gradito a sua maestà, dice egli, poter distribuire 106 vescovadi, 17 arcivescovadi, 1 Coll’azione contro i vesc'òvi eretici, eli cui dicemmo a p. 339 s., oltre ai brevi di rio V comunicati da Ladekchi (v. specialmente 1567, n. 160. 169) vendono in considerazione anche |i * seguenti inediti: Cardi Crequy dei 17 luglio 1566 (Arm. U, t. 12, n. 96), Honorato de S ab audio, corniti Tendae del 7 agosto 1566: contro l’eresia nella Savoia francese (ibid. n. 99), Card, de Armenia co del 10 febbraio 1568 (ibid. t. 13, p. 147), Communit. comit. Vetiaissini del 2 maggio 1569. Episc. iVertudonensi del 7 maggio 1569 (ibid. t. 1}. p. 107), Cornili Tendae del 30 dicembre 1569 (ibid. p. 320), Archivio segreto pontificio. Nel febbraio del 1572 A. Contaeini dii il seguente schizzo dulia diffusione del’eresia in Francia (p. 242) : le più infette sono la Guienna, la Guascogna e il Poitou, le meno la Champagne e l’Ile de Franco. 2 Vedi Ciacom i:s III, 1020. 3 Cfr. specialmente quanto svolge G. Correro (p. 189 ss., 192), che fa vedere come sotto questo rispetto le cose stavano male come prima (v. il nostro voi. VI, 523). Bene »«serva il Correro che qualora non si pensasse ad avere buoni vescovi, che insegnassero la riforma colla parola e coll'esempio, tutto sarebbe vano, anche se si procedesse col ferro e col fuoco. V. anche A, OoN-T ARI NI 243. 4 V. il * breve dall’Archivio segreto pontificio in App. n. 7.