Atteggiamento verso l’arte antica. opposizione anche presso molti cardinali. Alle loro rimostranze si dovette se le famose antichità del cortile delle statue al Belvedere rimasero conservate al Vaticano. Pio però accedette alle preghiere dei cardinali solo sotto la condizione, che tale raccolta dovesse rimanere chiusa.1 Un inventario delle antichità romane da donarsi al popolo romano, compilato l’il febbraio 1566, abbraccia 127 numeri, fra cui — ed è degno di nota — anche la statua di sant’Ippolito. Ai 27 di febbraio s’aggiunge un’appendice di circa 20 busti e statue.2 Senato e popolo di Roma presero subito provvedimenti onde venire in possesso del prezioso acquisto, pel quale istituirono una Messa di ringraziamento da celebrarsi il giorno di S. Antonio alla Minerva. 3 Essi ottennero in primo luogo 17 statue e statuette, un piccolo gruppo con putti e 12 busti, in tutto 30 pezzi e complessivamente non opere davvero eminenti, tolte in gran parte dalla scala al Belvedere e da una stanza del Vaticano. In questo mentre però i cardinali di Pio IV riuscirono a distogliere il papa dalla 1 V. la * relazione di Cusano dei 16 febbraio 1566 (sfuggita anche a Mi-chafxis, il migliore conoscitore di questa questione), secondo la quale le parole (li Pio V furono : * « che non conveniva a chi era successore di Pietro tener simili idoli in casa ... et perchè ve ne sono alcune servate delle più rare par pur’ che ad instantia di molti cardinali che glielo chiesero in gratia speciale S. Stà si sia contentato ci restino ma con fatto stiano sempre chiuse ». Cusano prosegue raccontando che allorquando il Cardinal Farnese espose al papa essere desiderabile che si regalassero all’imperatore quei 12 busti imitati sotto Pio XV (che sono per moderni cosa rarissima) da antichi busti di imperatori, Pio V aderì (Archivio di Stato in Vienna). Le lettere di Arco relative a questi busti furono pubblicate da Michaelis (Statuenhof 63) ; il suo dubbio, se l’ultima lettera, giusta la quale questi busti furono mandati in Ispagna, sia del 1568 o del 1569, è sciolto da un * Arriso di Roma del 24 gennaio 1568, in cui è detto : * « Li 12 imperatori, che con tanta diligentia erano custoditi in Belvedere da Pio IV, sono stati tutti incassati et si mandano per ordine del Papa a donare al re catholico». Vrh. lOf/O, p. 479b, Biblioteca Vaticana. Ibid, 169b, un * Avviso del 9 febbraio 1566 colla notizia : « Il papa ha donato tutte le statue di Belvedere al popolo Romano con non poco dispiacere delle creature di Pio IV ». 2 Questi inventarli presso Bicci. Boccapaduli 115 s.. donde nuova ristampa presso Michaixik. Statuenhof 60 s. coll’indicazione di quelle cedute al Campidoglio e di quelle mandate a Firenze. 3 * « Le statue del Belvedere già si levano e le conducono in Campidoglio per haver il Papa fattone gratia al popolo Romano, et perciò s’obligano in perpetuo far celebrar una messa nella Minerva nella cappella di S. Tommaso tl’Aquino il giorno di S. Antonio e dare un calice con 4 torcie bianche ogn’anno, e mercordì cominciorno, ove furono tutti i cardinali Rom. ». (Avviso di Roma del 16 febbraio 1566, Urb. 10!t0, p 182, Biblioteca Vaticana; cfr. Fikmantts. * Maritivi in Misceli. Arm. XII, 31, p. 56b, Archivio segreto pontificio). Ai 2 di marzo 1566 Cusano * riferisce che i deputati della città di Roma avevano durante tutta la settimana trasferito statue dal Belvedere al Campidoglio (Archivio di Stato in Vienna). Delle iscrizioni di ringraziamento al Campidoglio una non dà alcun numero determinato, l’altra ne ricorda 30; vedi Forcella I, 61-62.