518 Pio Y. 1566-1572. Capitolo 9 b. potuto ricavare dai veneziani le somme occorrenti per la grande moschea di Adrianopoli in costruzione e che Selim, come successore dei sovrani d’Egitto, aveva un diritto su Cipro. Venezia, così si die’ ancora ad intendere al sultano, si era resa colpevole di violazione della fede favorendo le piraterie degli uscocchi ai confini della Dalmazia e offrendo un rifugio ai corsari maltesi nei porti di Cipro.1 Il partito, che aveva scritto sul suo stendardo la guerra contro Venezia, ottenne pienamente il sopravvento quando giunse a Costantinopoli la notizia che il 13 settembre 1569 era bruciato l’arsenale di Venezia2 e che l’Italia era minacciata dalla carestia in seguito ad una cattiva raccolta. La fama esagerò il danno derivatone alla repubblica e Selim II credendo che Venezia fosse priva della sua flótta3 si decise per la rottura della pace conclusa con Venezia nel 1540. Ben sapendo quanto le grandi potenze cristiane fossero impegnate da difficoltà interne e discordi fra loro si volle solo attendere la stagione migliore per poi attaccar battaglia e strappare ai Veneziani il loro «gioiello, Cipro, l’ultimo baluardo della cristianità nel Levante».4 Il 1° febbraio 1570 fu mandato da Costantinopoli a Venezia un incaricato d’affari turco, di nome Cubat, per consegnare alla Signoria l’ultimatum : cessione di Cipro o guerra. Già il 13 gennaio la Porta con pretesti insussistenti aveva fatto sequestrare tutte le proprietà veneziane e le navi mercantili della repubblica, che si trovavano nel porto di Costantinopoli.5 La repubblica di S. Marco, che per una generazione aveva colla massima riservatezza e cautela mantenuto relazioni amichevoli colla Porta a spese del suo credito politico8 e si era sforzata, per amore dei suoi interessi commerciali, di tenersi colla mano a un lembo della veste del sultano,7 limitandosi a stare inoffensivamente pronta, fu non poco sorpresa dall’aggressione che d’improvvisp minacciava. Essa fidandosi nei benevoli sentimenti del granvisir aveva troppo a lungo gettato al vento gli avverti- 1 Vedi Hammer II, 401 s. Cfr. Broscii loc. Cit. 17 e. ; Herre I, 12 s. 2 Ofr. Iìom anix VI, 267 s.; Balan VI, 531; Herre I, 15 s.; Tosi, Deli incendio dell’arsenale di Venezia, Firenze 1906. » In una * Lettera di Roma del 23 dicembre 1569 si dice : da Venezia si annunzia che il turco impicciato con i Tartari e i Sofl, non può mandare flotta contro di noi. Arc;hivio Dori a-Pamfili in Eoima. 4 Herre, Mittelmeerpolitik im 16. Jahrhundert, in Deutsche Zeitschrift fbt Geschichtswissenschaft IX (1906), 358. Sull’importanza di Cipro per Venezia v. ora anche Serrano, Liga I, 42 s. 5 Cfr. Brosch loc. cit. 14 ; Charrière III. 102. s Lo riconoscevano gli stessi diplomatici veneziani ; vedi Alberi IH 83, 160. 7 Vedi Albèri III 2, 95. Cfr. Jorga III, 248.