Gli Stati italiani e 1’ Inquisizioue. 225 all’inquisizione romana l’uno e l’altro.1 Quando di suo arbitrio mitigò la punizione d’un eretico recidivo ma pentito, Pio V minacciò la scomunica al duca di Savoia e questi obbedì.2 Compiacentissimo verso l’inquisizione romana addimostrossi il duca di Firenze ;3 quel di Ferrara invece, Alfonso, figlio di quella Renata di Francia ch’ebbe sentimenti protestanti, si contenne poco favorevole.4 Sotto l’influsso della moglie, Emanuele Filiberto di Savoia aveva fino allora concesso di tanto in tanto tolleranza ai protestanti. 5 Ripetutamente Pio V spinse a procedere contro i nova-tori religiosi6 ed ebbe finalmente la soddisfazione, che il duca si mise recisamente contro di essi, che circa il 1570 vennero cacciati dai due centri della loro attività, Cuneo e Caraglio venendo con ciò fiaccata la loro potenza.7 Non sempre del resto gli editti romani agli inquisitori locali contenevano esortazioni a fervida azione. Quando arrivarono a Roma delle lagnanze sull’inquisitore Fra Pietro da Quintiano in 1 * « La cosa ch’io scrissi a V. S. Illma, che Nostro Signore haveva inten-tione (li mandar un commissario a Modena per le cose della inquisitione, non essendo (india città la più netta del mundo, pare che si vada credendo et crescendo perche a questi giorni Nro Sre .fece metténe qui in castello il sigi- Hercole de li signori di Sassuolo per bavere, come dicono, tollerato dui heretici Modenesi, un Rangone et imo Oastelvet.ro, in detta terra sua. Ma perche scrisse subito questo signore a’ suoi agenti che prendessero questi tali ejt li consegnassero a chi ordinava Sua Santità, è stato rilassato con segurtà di presentarsi et fare ogni sforzo perche questi tali effettualmente siano da'ti nelle forze di Sua Beatne. Tutta questa bistorta dicono che dà molto di pensare a Morone, et però 'il povero signore ha una chiera molto afflitta, o sia per il male passato del corpo o per l'inflmiità presente dell’animo». Caligari a Com-mendone 29 giugno 1566, Lei/, (li pi-ime. XXIII. 270. Archivio segreto pontificio. Cfr. * Arco, 22 giugno 1566, Archivio di Stato in Vienna. 2 Lettera da Roma del 22 gennaio 1567, presso Bertolotti, Martiri 34 s. 3 Es yrande esseoutor de lo que se ordena en la Inquisicion de Roma (Zti-fiiga a Filippo II, 17 settembre 1568, Corresp. dipi. II, 460). Cfr. Bollett. Senese XVII, 160, 197. Anche a Siena il governo fiorentino era molto vigilante contro gli eretici ( ibid. 171) ; sui processi ivi contro eretici ibid. 171 e Cantù III, 449 ss. ; sull’eretico senese Benvoglienti citato a Roma il 10 marzo 1569 Cantù 450 e Bollett. Senese XVII, 183. Ancora nel 1569 Pio V nutriva sospetto per eresia contro Siena. 4 Albichi II 2, 415. Bibi. in Archiv für österr. Geschichte CHI (1913), 26. 5 Züniga ai 7 d’aprile 1568 scrive che a parere del duca fiorentino una calata di eretici francesi in Italia non incontrerebbe molte difficoltà in Savoia « o porque no querria declararse contra Francia, pdrque le governava su muger, la qual no acogeria de maila gana los hereges ». Corresp. dipi. II, 339. Cfr. Ai.-bèri li 4l 189 e 11 nostro voi. VII, 510 ss. 6 Cfr. la relazione dell’« abate di S. Solutore» al duca, Roma 9 dicembre 1566, presso Cibkakio, Lettere ined/ile di Santi, Papi, Principi, Torino 1861, 394s. In Cod. K. 20 della Biblioteca Vallicelliaaia a Roma trovansi *■ notizie de coinprehensi-one Ioti. Honorati Marini fi a e rat ici opera Pii V a duce Sabaudiae perni isso eiusquc causa■ in Taurinensi Inquisitione agitata 1566. 7 A. Pascal, Storia della riforma protestante a Cuneo nel sec. xvi. Pine-rolo 1913. Pastor, Storia dei Papi, Vili. 15