Luis de Torres mandato in Ispagna (marzo 1570). 525 potenze, dovere il re di Spagna, di fronte all’immediatezza del pericolo, portare subito aiuto, mandando ora subito dietro richiesta del papa la sua flotta in Sicilia in soccorso dei veneziani. Dopo che il Torres ebbe ricevute ancora lettere commendatizie al cardinale Espinosa ministro dirigente di Spagna, a Ruy Gomez e ad altri grandi e nobili spagnuoli, anche a don Juan d’Austria,1 gli furono impartite dal papa ancora istruzioni orali in un’udienza di congedo del 15 marzo 1570. Il dì seguente egli si mise in viaggio.2 Nelle condizioni delle comunicazioni d’allora passò un intero mese prima che arrivasse a Córdova nella residenza della corte spagnuola. Il ricevimento da parte di Filippo II non lasciò nulla a desiderare quanto agli onori, ma in causa della tensione fra Madrid e Roma le trattative si svolsero diffìcilmente. Il Torres seppe molto bene giustificare il contegno del papa rispetto a Filippo; da lui come spagnuolo di nascita si accettò in pace qualche parola aspra, che i superbi grandi non avrebbero tollerato da uno straniero. Una risposta definitiva circa la lega fu da prima, secondo l’abitudine spagnuola, differita. Invece il re promise, dietro insistenza del Torres, di ordinare al Doria di veleggiare alla volta della Sicilia e di attendere gli ulteriori ordini : frattanto le autorità spagnuole di Napoli dovevano sostenere i veneziani con vettovaglie e munizioni. Il Torres seguì poi la corte a Siviglia : ma anche qui in un’udienza del 4 maggio ricevette circa la lega una risposta concepita nei termini più generici possibili.3 Intanto il consiglio di stato spagnuolo ponderò il prò e il contro in non meno di undici sedute. A decidere Filippo II e i suoi consiglieri ad entrare, non ' ostante la loro grande diffidenza verso Venezia, nelle trattative della lega e a destinare come negoziatori Granvella, Pacheco e Zuniga, influì grandemente l’aspettazione di raggiungere ora finalmente ciò che la diplomazia spagnuola aveva finora invano 1 II breve ¡ai cardinale Espinosa presso Laderchi 1570, n. 24. La dìatai - marzo presso Laderchi è errata; deve dirsi 12; v. '■'Brevia Pii in Arni. *• p. 3Gb, Archivio segreto pontificio. Ibid. p. 37ss. simili * lettere a Gomez princ. Ebulì, a Johanna prineipissa Portuffaliae (vedi Laderchi 1570, 25), al (lux Feriae, &IVespisc. Conchensis, ad Ant. de Toledo. Secondo * Vairia Polit. 100, p. 8s. queste lettere furono emesse l’8 marzo; ivi è nominato anche don Juan. Secondo il sopra citato (p. 523, n. 1) * codice del British Musejum a Ij°ndra i brevi erano datati dal 12 marzo. 2 Aedi * Giornale de’ trattati segreti loc. cit., British Museum a Londra. Facchinetti presso Vaxensise 57. 8 Vedi la relazione del Torres al cardinale Bonelli in data di Siviglia 10-maggio 1570, Lettere dei prime. Ili, 260-264 (p. 260 lin. 4 dal basso leggi 6 mvece dì 16; a p. 264 lin. 10 dal basso leggi 1570 invece di 1571). Ofr. Herre • Wl. Vedi anche Corresp. dipi. Ili, 295 ss., dove sono pubblicati a pag. 297 s. ue.ielazioni del Torres a Roma del 24 aprile 1570 e a pag. 324s. il suo mediale indirizzato a Filippo II sulla lega contro i Turchi del 4 maggio 1570.