Pio V. 1566-1572. Capitolo 8 b. della Svizzera rimaste cattoliche. Il cardinale ha invero qualche cosa da ridire anche sui laici: che essi sono caparbii nella lite, che la giustizia è venale, che la giurisdizione ecclesiastica è quasi obliata, che l’usura fiorisce e la frequenza dei sacramenti è trascurata, che mangiano spesso in giornata e bevono a tutte le ore, ma il nucleo del popolo è buono e valente. Gli svizzeri sono probi nel commercio e nella condotta, leali e facili a guidarsi se si va loro incontro amichevolmente. Si viaggia per le strade senza pericolo di rapina; la bestemmia viene punita con rigorosi castighi; non sono dediti al giuoco, ma in sua vece nei dì festivi si esercitano nel tiro al bersaglio. Le feste ecclesiastiche sono osservate appuntino: per quanto denaro si offra, non si trova nessuno che in cotali giorni porti il bagaglio ad un viandante. Tengono molto al servizio divino : se una volta viene a mancare la Messa, si credono del tutto abbandonati e pensano di non essere più cristiani. Assistono con grande divozione ai divini uffici, gli uomini separati dalle donne: è senza pari la loro pietà per i defunti : dovunque isi vedono sulla via pie immagini : sono talmente attaccati alla religione cattolica, che volentieri comincierebbero una nuova guerra contro i cantoni protestanti per purgarli dall’eresia. Non si tollera fra essi alcuno che non riceva a Pasqua i sacramenti o che viva in pubblico concubinato. È specialmente da encomiarsi anche il decoro e la modestia nell’abito delle donne.1 Di fronte al partito protestante costituiva inoltre un grande vantaggio per i cattolici della Svizzera che molti uomini di provata capacità politica e militare, forniti di ricchezza e godenti autorità sia in patria che all’estero si dedicassero agli interessi cattolici con una devozione e uno zelo da apparire un miracolo in confronto coi tempi passati.2 Alla testa stava un uomo, che fu come l’organizzatore della Svizzera .cattolica, Ludovico Pfyffer, sindaco gonfaloniere di Lucerna, che nel 1567 salvò felicemente portandolo a Parigi attraverso le schiere degli ugonotti, il re francese già quasi preso e in parecchie battaglie delle guerre di religione seguite poi si distinse o diede anzi il colpo decisivo. A partire dal 1569 egli dedicò la sua «eminente vigoria prevalentemente alla sua patria ed al partito cattolico dei confederati sviz- 1 Ofr. Borromeo a Ormaneto, 5 novembre 1567: «Non voglio lasciar (li dire, d’haver ricevuto grandissima consolatione in trovar li popoli tanto catho-lici divoti et semplici, che se in proportione fussero tali li sacerdoti, ce in*? potremmo contentare ». Presso Wymakn 161, n. 3. 2 Giudizio di DIxiiuker (Iis, 647). « Fu appunto il manifesto, grande vantaggio di questo gruppo, che gli si mettessero a disposizione uomini i qual1 mentre dappertutto sollevavasi potente la reazione cattolica possedevano esperienza militare, personale autorità e pratica nel trattare col gran mondo »• Dieratter III, 330.