78 Pio V. 1566-1572. Capitolo 1 e. consegna delle statue rimanenti. Tuttavia i romani non rinunzia-rono al loro acquisto e nel febbraio del 1570 ripresentarono una domanda relativa, sulle prime però senza successo.1 La notizia che il rigido pontefice intendeva purgare il.suo palazzo dalle antichità svegliò in un principe tanto intelligente d’arte come l’imperatore Massimiliano II il desiderio di acquistare tali capi per la sua collezione, ma poiché nel frattempo Pio V aveva regalato statue anche ad alcuni cardinali, non fu facile trovare cose che convenissero all’imperatore. Nel luglio del 1569 gli furono mandate due statue più grandi del naturale, un Ercole ed un ’Afrodite, alle quali alcuni anni più tardi seguirono tre statue tolte dalla villa di Giulio III.2 Di qua parecchi pezzi pervennero anche a Firenze come dono a Francesco de’ Medici, il figlio maggiore di Cosimo. Il rappresentante a Roma del mediceo ottenne dal papa nel marzo 1569 il regalo di niente meno che 26 statue tolte dalla villa di Pio IV.3 La liberalità del papa, che vuotava le ville di Giulio III e di Pio IV, suscitò in Roma la paura che Pio V volesse fare completa piazza pulita di tutte le reminiscenze pagane. Nella primavera del 1569 l’agente imperiale Cusano annunciava al suo signore, che il papa intendeva non soltanto di distruggere il teatro al Belve-dare, ma anche di mettere la mano al Colosseo ed agli archi trionfali onde togliere per tal via l’occasione ai visitatori di Roma di badare più alle cose pagane che alle cristiane. Come al tempo di Adriano VI, venne espresso il timore che, al fine di ottenere materiale per il restauro delle chiese, Pio avrebbe intaccato la più grandiosa costruzione dell’età romana e fatto convertire in calce le statue antiche,4 ma in breve si vide quanto fossero esagerati tali timori. Il cambiamento nel teatro di Belvedere si limitò alla eliminazione delle file di seggi affinchè non potessero più aver 1 * « Li conservatori hanno dimandato in gratta al Papa le statue di Belvedere per metterle nella bella fabrica di Campidoglio » ; il papa ha differito ” il levarle” * Avviso di Roma del 4 febbraio 1570, Urb. 1041, p. 231b, Biblioteca Vatica.na. 2 V. le relazioni di Arco presso Michaelis, Statuenhof 63 s., a completare le quali sia accennata anche la * relazione di Monti da Roma 28 luglio 1569. che si riferisce alle statue di Ercole e di Afrodite (alte 8-9 palmi) regalate all’imperatore et sono stimate assai per la loro bellezza et antichità. Archivio di Stato in Vienna. Ibid. una * relazione di Arco, sfuggita al Michaelis, del 19 marzo 1569: il Cardinal Colonna ha regalato all’imperatore un busto di Socrate e uno d’Antonino, Farnese una statua di Mercurio. In Varia fase. 4 dell’Areluvio di Stato in Vienna trovasi anche una * lettera di Fra Guglielmo della Porta a Massimiliano II del 23 marzo 1569 : manda all’imperatore lo schizzo per un Crocifisso. 3 Vedi Michaelis, Statuenhof 43 s., 65 s. ; cfr. Arcliuol. Zeitung XXXIV, 152. * V. in App. 64 la * lettera di Cusano del 26 marzo 1569, Archivio di Stato in Vienna e 1’ * Avviso di Roma del 2 aprile 1569, Urb. 101)1, p. 50, Biblio.teca Vaticana.