Brutte condizioni nel Perù. 501 volentieri lo stipendio al parroco, dall’altro anche gli indiani non di rado si lasciavano indurre alle loro prestazioni solo colla forza. I rapporti divennero ancora più tesi per il fatto che il parroco aveva autorità penale sugli indiani anche in materia civile; egli stesso, il commendatario e tutto il cristianesimo divennero perciò un oggetto di odio.1 La crudeltà, con la quale i conquistatori repressero alcune rivolte degli indiani, e la durezza nello sfruttamento della loro forza non erano atte ad abituare gli indigeni alla situazione. Il domenicano Gii Gonzàles, teste oculare, in uno scritto in difesa degli indiani, giudica che questi fossero trattati molto peggio degli schiavi, perchè essi carichi delle provvigioni e di altri pesi dovevano fare una strada di venti o trenta leghe prima di trovarsi nel luogo del loro lavoro: fin dalla giovinezza venivano sovraccaricati di lavoro, per modo che dalla nascita alla morte non avevano un’ora lieta.2 Un altro monaco, Rodrigo de Loaisa, che osservò per trentatre anni lo stato delle cose nel Perù, scrive ancora nel 1586, che molti indiani si toglievano la vita per sfuggire alle vessazioni e che se i preti definivano il suicidio come peccato che mena aH’inferno, gli indiani rispondevano di non volere affatto andare in paradiso ove là ci fossero gli spagnuoli, perchè questi anche al di là li avrebbero tormentati più atrocemente che non i demoni nell’inferno.3 C’era solo una cattiva scusa per gli oppressori ; che gli indiani venivano trattati dai loro proprii cacichi possibilmente ancor peggio che non dagli stranieri.4 L’istruzione che i peruviani ricevevano nel cristianesimo, era per molti rispetti insufficiente. C’era penuria di preti, e dove ce n’erano mancava loro la conoscenza della lingua degli indiani o consideravano la loro posizione principalmente come un’occasione per arricchirsi. Delle stazioni, che il viceré Francisco Toledo toccò nel suo primo viaggio di visita, diciassette erano senza prete ;a nel vescovado di Quito, in un distretto dell’estensione di quarantadue miglia trovò un solo prete.6 Nell’arcivescovado di Lima 1 Sacchini P. Ili, 1. 8. n. 315. 2 Relación de los agravios que los Indios de las provincias de Chile padecen, in Colecc. de docum. inéd. XOIV, 77. 3 Memorial de tos cosas del Pini tocantes à los Indios c. 48, in Colecc. de docum. inéd. XCIV, 589. Sembra che l’autore sia un agostiniano, giacché, giusta Pag. 571 s. l’Ordine cui apparteneva era la mas moderna en aquellas partes;. ora dei quattro Ordini più antichi del Perù, Francescani, Domenicani, Merce-darii, Agostiniani (Memorial c. 21, p. 569), i primi tre avevano già inviato mis-sionarii nel Perù con i primi conquistatori. Cfr. la Relación di Pedko RiiiZ Xaharro nella Colecc. de docum. méd. XXVI, 248, 255. 4 Loaisa, Memorial c. 47, loc. cit. 587. Toledo, Relación sumaria n. 9, p. 256. 6 Ibid. n. 10, p. 256.